
Rambo: The Savage Hunt, il capitolo sci-fi mai realizzato che sorprende tutti - ©ANSA Photo
Quando nel 1982 il regista Ted Kotcheff portò sul grande schermo John Rambo nel film “First Blood”, il personaggio divenne immediatamente un simbolo di resilienza e sofferenza umana. Rambo non era solo un veterano del Vietnam; era un uomo tormentato, reduce da un conflitto che aveva lasciato segni indelebili non solo sul suo corpo, ma anche sulla sua psiche. Il film esplorava tematiche profonde come il trauma post-bellico e l’alienazione, mettendo in luce le difficoltà di reintegrazione di un soldato in una società che preferirebbe dimenticare i suoi sacrifici.
Rambo, interpretato da Sylvester Stallone, si trovava in una situazione di emergenza quando uno sceriffo sadico decise di dargli la caccia, dando vita a una serie di eventi che avrebbero portato a un confronto violento ma, soprattutto, a una riflessione profonda sui costi della guerra. La pellicola si distingueva per il suo realismo, evidenziando la vulnerabilità del protagonista, nonostante la sua incredibile abilità come guerriero.
L’evoluzione della saga di Rambo
Con il passare degli anni, la saga di Rambo ha subito un’evoluzione significativa. I seguiti, come “Rambo: First Blood Part II” e “Rambo III”, hanno spostato il focus dalle questioni esistenziali a battaglie sempre più spettacolari, abbandonando in parte la profondità originale del personaggio. La saga si è trasformata in un’epopea di azione, perdendo quel contatto con la realtà che l’aveva caratterizzata in principio.
Nel 2008, con l’uscita di “John Rambo”, Stallone tentò di riportare il personaggio su un piano più realistico, ma il risultato finale continuava a mantenere il caos e la violenza come elementi centrali. La vera sorpresa, però, arrivò quando si cominciò a parlare di un quinto film.
Il progetto di Rambo: The Savage Hunt
Nel 2009, a poco più di un anno dall’uscita di “John Rambo”, emerse l’idea di un capitolo in cui Rambo si sarebbe confrontato con un’unità di super soldati geneticamente modificati, un concetto che sembrava più adatto a un film di fantascienza che a un racconto di guerra tradizionale. Stallone, tuttavia, si affrettò a smentire queste voci, chiarendo che non si sarebbe trattato di cyborg alla Jean-Claude Van Damme o Dolph Lundgren. La visione di Stallone per questo nuovo capitolo, intitolato inizialmente “Rambo V: The Savage Hunt”, si presentava come qualcosa di molto più profondo e simbolico.
L’idea centrale si basava sul romanzo “Hunter” di James Byron Huggins, pubblicato nel 1999. La trama ruotava attorno a una creatura ibrida uomo-animale, creata in un laboratorio militare segreto, che fuggiva in una base nell’Artico, seminando il panico. Solo Rambo, con la sua esperienza e determinazione, poteva fermarla. Stallone immaginava anche un giovane alleato di nome Beau, suggerendo una possibile transizione del testimone a una nuova generazione di combattenti.
In una dichiarazione che illuminava ulteriormente il concetto, Stallone spiegò: “È la lotta della coscienza dell’uomo contro il suo lato oscuro e primitivo. Molto simile a ‘Il pianeta proibito’, dove il dottore non riusciva a controllare la sua mente e il subconscio si trasformava in una macchina assassina. È il peggior incubo possibile: combattere contro la parte più selvaggia di se stessi.” Questo approccio prometteva di esplorare temi di grande attualità come la bioetica e le conseguenze delle manipolazioni genetiche.
La fine del progetto e l’evoluzione della saga
Nonostante l’eccitazione iniziale, il progetto iniziò a fluttuare nel limbo dello sviluppo cinematografico. Le aspettative erano alte, e le concept art prodotte dalla Nu Image/Millennium Films alimentavano il desiderio di vedere Rambo in una nuova veste. Tuttavia, col passare del tempo, l’idea di un Rambo fantascientifico venne progressivamente accantonata.
Stallone decise infine di optare per una trama più tradizionale, facendo di Rambo un eroe alla ricerca di una ragazza rapita da un cartello messicano. Questo portò alla realizzazione di “Rambo: Last Blood” nel 2019, un film che, pur cercando di riutilizzare la formula vincente del passato, non riuscì a catturare la stessa magia dei film precedenti. Il risultato fu un’opera che, sebbene abbia i suoi momenti di spettacolarità, non riuscì a stabilire un legame emotivo con il pubblico come i capitoli precedenti.
In retrospettiva, la vera minaccia per John Rambo non fu mai rappresentata da una bestia geneticamente modificata, ma piuttosto dall’incapacità della saga di evolversi in modo significativo, portando a un flop al botteghino. Rambo, un personaggio che ha attraversato decenni di cinema, rimane un simbolo di lotta e resilienza, ma anche un esempio di come le aspettative dei fan e le scelte creative possano influenzare il destino di una saga iconica. La storia di “The Savage Hunt” rimane quindi un curioso capitolo mai scritto, un’opportunità persa che avrebbe potuto portare Rambo in direzioni inaspettate e profonde.