Abbiamo intervistato Marta Zoe Poretti, critica cinematografica, che ci ha regalato un ampio spettro del cinema internazionale sia dello scorso anno che di quello che va a iniziare.
Le sue parole sono molto interessanti e svariano da film più commerciali come Barbie di Greta Gerwin a opere maggiormente intellettuali come Povere Creature! di Yorgos Lanthimos.
Andiamo a leggere quello che ci ha raccontato Marta.
Il 2024 è appena iniziato, qual è il film che aspetti di più?
Allora, in realtà ho già visto quello che per me resterà potenzialmente il film dell’anno, Poor Things, Povere creature! di Yorgos Lanthimos, al cinema da giovedì 25 gennaio. Per quanto avessi altissime aspettative mi sono follemente innamorata di Bella Baxter, il personaggio interpretato da Emma Stone e del suo Mad Doctor, Godwin Baxter, freak irresistibile che conferma Willem Dafoe come uno dei più grandi attori viventi. Il fatto che un film tanto sperimentale, provocatorio e disturbante abbia vinto non solo il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia ma anche il Golden Globe e sia ora un grande favorito nella corsa agli Oscar mi sembra un dato da non sottovalutare, che racconta forse una nuova generazione di spettatori più consapevoli, forti di una passione più profonda per la Storia del Cinema e delle Arti audiovisive. L’industria cinematografica contemporanea sta così progressivamente riscrivendo i confini che tradizionalmente separavano Film d’autore e Film commerciale, prima separati da una vera e propria cortina di ferro. Il fatto che questi confini siano sempre meno netti mi sembra una prospettiva entusiasmante rispetto al cinema del futuro. Altri due titoli che non vedo l’ora di scoprire arriveranno poi verso la fine dell’anno, e sono il sequel di Beetlejuice di Tim Burton e il remake di Nosferatu firmato da Robert Eggers.
Facciamo un passo indietro, quali sono i film che maggiormente ti hanno colpito del 2023?
In realtà non posso non citare anzitutto le serie che mi hanno colpito nel 2023, ovvero l’ultima stagione di Succession e la seconda di The Bear. Ma forse dico una cosa ovvia, data la pioggia di premi che si sta giustamente abbattandendo su queste due opere straordinarie. Poi, se parliamo di quello che secondo me è il miglior film del 2023, il primo posto va ovviamente agli Spiriti dell’isola di Martin McDonagh, quindi non posso non citare La Chimera di Alice Rohrwacher e Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki, due film che mi hanno colpito a livello molto profondo e che resteranno probabilmente dai miei film preferiti di sempre.
Barbie è sicuramente un film che ha diviso, qual è il tuo parere in merito?
Ah, l’affaire Barbie. Devo dire che il mio parere sul film è piuttosto sofferto. Da un lato credo che abbia un incipit brillante e almeno un paio di monologhi folgoranti, entrambi affidati al personaggio di America Ferrera. Hai presente quando dice che essere donna è una fregatura perché le donne odiano le donne e gli uomini odiano le donne? Ecco, credo che in questi stralci di sceneggiatura ci sia davvero qualcosa di geniale, per quanto credo anche che Barbie vada preso come una Comedy, non ammantato di eccessive pretese ideologiche, come fosse un Manifesto femminista. Di contro, quando il film è uscito mi sono trovata di fronte mio malgrado a un paio di verità piuttosto amare. Primo, che aver semplicemente detto a Cinematografo su Rai Uno che non trovavo giusto rifiutare aprioristicamente di vedere il film è stato l’inizio di uno shitstorm social che mi sarei volentieri risparmiata. Anche senza parlare della mia esperienza diretta, ho visto scatenarsi una polemica brutale, dove chiunque difendesse anche solo vagamente il film di Greta Gerwig veniva insultato, dileggiato e deriso perfino da chi Barbie non l’aveva neanche visto. La veemenza di questi atteggiamenti triviali mi ha lasciato veramente senza parole, e mi fa purtroppo pensare che in Italia siamo lontanissimi dalla parità di genere, e se un semplice film riesce a scatenare tanta violenza, probabilmente abbiamo un problema serio.
Ci sono alcuni film che alla fine passano sempre sotto traccia anche se in realtà hanno un potenziale enorme. Come non riescono ad arrivare alla notorietà che meritano?
Qui passiamo ai grandi problemi del cinema italiano. Credo allo stato attuale dei fatti ci sia una moltiplicazione spasmodica dell’offerta, sia che si parli delle piattaforme streaming che delle uscite sala. Ogni settimana ci sono anche 10 o 11 novità, distribuite magari in pochissime sale, limitate alle grandi città come Roma o Milano. La conseguenza è che anche titoli molto interessanti non ricevano tutta l’attenzione che meritano. Le responsabilità sono molteplici, ma per onestà intellettuale non parlo dei distributori o degli esercenti cinema, ma del mio settore, ovvero quello della critica e del giornalismo di spettacolo. Sempre più spesso i film di richiamo vengono anticipati da onde anomale di stroncature feroci, nelle quali spesso vedo solo l’ansiadi mettersi in mostra, acquisire visibilità e rastrellare like, ovviamente a scapito delle argomentazioni, dell’analisi e del cinema stesso, che in certi casi tende proprio a scomparire. Non è un atteggiamento che potrò mai apprezzare. Per concludere, aggiungo solo che in Italia vengono prodotti, magari con fondi regionali e locali tanti film che vedranno magari poche centinaia di persone, per non dire qualche decina di parenti e amici. Anche questa è una politica che in linea generale danneggia il cinema italiano,. In termini economici, il sostegno statale alle produzioni cinematografiche potrebbe aiutare tanti nuovi autori, premiare le idee più innovative e coraggiose, ma purtroppo tende invece a perdersi e nelle maglie di un sistema clientelare, troppo spesso gestito in virtù di amicizie, favoritismi e conoscenze.
Passiamo ad analizzare la parole di Marta Zoe Poretti su cosa piace a lei del mondo del cinema.
Parliamo un attimo del cinema secondo te, quali sono i tuoi autori preferiti?
Questa risposta potrebbe occupare ore e ore, ma cercherò di farla breve. Stanley Kubrick, Martin Scorsese, Francois Truffaut, Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Krzysztof Kieślowski, Robert Altman, Wim Wenders, Rainer Werner Fassbinder, Lars Von Trier, Luis Bunuel, il Neorealismo di Vittorio De Sica, Cesare Zavattini e Roberto Rossellini ma anche la commedia all’italiana secondo Mario Monicelli e Ettore Scola. Ecco, questi credo siano sempre stati i miei autori di riferimento, quelli che mi hanno cambiato la vita.
Da scrittrice che da anni si occupa di cinema qual è il tuo sogno e con chi ti piacerebbe lavorare?
Non so se esprimere desideri in questo senso, di certo posso dire che mi onora partecipare a Cinematografo Rai Uno dal 2019 e che vedere un mio saggio pubblicato sul numero 604 di Bianco e Nero, la prima rivista di cinema mai pubblicata in Italia, è stata una emozione incredibile. Per questo non posso che ringraziare Enrico Magrelli e continuare a lavorare sperando mi vengano offerte ancora opportunità come questa. Quanto al futuro, ho appena aperto un mio blog. Si chiama The Dissimilar. Attraverso questo nuovo progetto spero di riuscire a trasmettere qualcosa di bello, condividendo le mie idee con altre persone che hanno trovato nel cinema, le serie e l’audiovisivo in genere la grande passione della loro vita.
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