Roberto Ricci ha scritto Cinema Assassino per Le Mezzelane, abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per raccontare il suo libro e un po’ del cinema horror odierno.
L’autore ha scritto un libro che nasce dalla voglia di raccontare il cinema italiano, ma da un punto di vista differente. Lo fa con personalità e grande competenza.
Sono interessanti le sue parole e vi lasciamo di seguito all’intervista.
Cinema assassino, come nasce questo titolo?
Cinema Assassino nasce con la voglia di raccontare in maniera leggera la storia di un cinema italiano che ha fatto scuola nel mondo. E poi, anche con l’intenzione di dare una certa visibilità a tanti giovani registi indipendenti, che meritano di uscire dall’ombra.
Credi che anche nell’horror ci sia spazio per i serial killer?
Sicuramente. Anzi, secondo me quelli con i serial killer sono i migliori horror e fanno anche più paura degli altri.
Qual è il film che ti ha fatto avvicinare a questo genere?
La visione di Suspiria di Dario Argento al cinema. Avevo 13 anni e potei entrare grazie a uno zio che lavorava alla cassa. Quel film fu una vera folgorazione. Restai in platea per tre visioni consecutive. Quella volta si poteva fare.
Roberto Ricci, il parrucchiere del brivido
Continua così la nostra intervista a Roberto Ricci autore di Cinema Assassino.
Sui social ti definisci “il parrucchiere del brivido” cosa intendi?
Mi hanno definito “il parrucchiere del brivido” i giornalisti, dopo la mia vittoria nel 2012 a un concorso letterario nazionale. Il soprannome associa la mia professione ufficiale, alla passione per la scrittura thriller e horror.
Della new horror cosa pensi? Quali autori contemporanei ti entusiasmano?
Purtroppo, da amante del cinema horror italiano, posso dire e pensare ben poco. I produttori non credono più molto a questo tipo di cinema in Italia. Riguardo il new horror che viene dall’estero, che dire? Ogni tanto qualcosa di buono arriva, ma sono casi sporadici. Che mi entusiasmi non c’è nessuno in particolare. Oggi è tutto un remake, pseudo sequel o prequel di capolavori del passato. Basti pensare a titoli come Halloween, La Casa o L’esorcista.
C’è qualche film che aspetti con ansia?
Attendo con molta curiosità il ritorno al cinema di Antonio Bido con “Funerailles”. Bido ha diretto due bellissimi thriller che amo molto: “Il gatto dagli occhi di giada” e “Solamente nero”. Sono certo che sarà un buon film. E poi, da grande fan, spero sempre che Dario Argento ci regali un nuovo film veramente degno del suo nome.
Stai lavorando a nuovi libri?
Ho pronto un nuovo romanzo dal titolo “Il regista del terrore”, un giallo decisamente forte ambientato nel mondo del cinema. Ma penso che lo darò alla casa editrice il prossimo anno. Il 2024 è già impegnato per la promozione del saggio sul cinema, del mediometraggio “Violetta Resti”, e la preparazione del sequel di “La tigre veste di nero”, che sarà un lungometraggio.