Per Ficarra e Picone arriva una notizia spiacevole che sicuramente i due non si aspettavano davvero. Al centro della polemica c’è il loro nuovo film Santocielo, ma cosa è successo?
Il duo comico sta spopolando ancora una volta al cinema, ma più di una persona ha storto il naso per la loro nuova prova. Ora però è successo qualcosa davvero difficile da prevedere.
Salvo e Valentino nascono artisticamente nel 1993 quando formano il gruppo Chiamata Urbana Urgente insieme a Salvatore Borrello e a Mauro Busalacchi. L’esplosione arriva quando nel 1996, con il solo Borrello, partecipano al programma comico divenuto cult Seven Show per l’edizione condotta da Alessandro Greco. Nel 1998 i due rimangono da soli e iniziano la loro carriera.
Nel 1999 prendono parte al programma di Rai 3, GNU, mentre nel 2000 sono, sempre sulla stessa rete, a Zero a Zero. La loro prima apparizione cinematografica arriva con un piccolo ruolo nel 2000 nel film Chiedimi se sono felice di Aldo, Giovanni e Giacomo e Massimo Venier. Alla regia invece debuttano nel 2007 con Il 7 e l’8, con a fianco Giambattista Avellino, dopo che nel 2002 avevano scritto la sceneggiatura di Nati stanchi direetto però da Dominick Tambasco. Ora però andiamo a vedere cosa è accaduto nelle ultime ore che ha scosso un po’ il pubblico e il duo in primis.
Il film Santocielo di Ficarra e Picone, diretto in realtà da Francesco Amato, è uscito nelle sale il 14 dicembre scorso e all’inizio di questo nuovo anno aveva già sfiorato i 5 milioni di euro di incassi. La critica si è un po’ divisa sul film fino alla notizia di oggi che ha dell’incredibile.
Il cinema parrocchiale di Cuggiono, come riporta Malpensanews, avrebbe dovuto proiettare il film il 13 e il 14 gennaio prossimi. Alla fine però su pressione del parroco è stato tutto cancellato. Questo viene spiegato in un post sui social dove lo staff della Sala della Comunità specifica che “non condivide totalmente la valutazione” e cancella la proiezione “in ottica di reciproca collaborazione e rispetto dei ruoli”.
Don Angelo Sgobbi ha sottolineato: “Mi sono sentito profondamente colpito e offeso nella mia sensibilità di credente. Il film è una comica sgangherata, che usa la religione in modo discutibile“. Il parroco ha specificato: “Chiedo a tutti rispetto per questa scelta, che non è di censura assolutamente, ma di coerenza con ciò che la parrocchia propone come cammino di fede e con ciò che io credo personalmente”.
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