Il cinema ama raccontare di emarginazione. Si tratta di uno dei temi più interessanti da affrontare e Billy Elliot ne è un esempio perfetto.
Le storie di emarginazione nel cinema e nella letteratura sono sempre molto affascinanti da raccontare, leggere ed approfondire. L’intrinseco fascino della figura dell’emarginato, dell’underdog che vuole rovesciare il suo destino mettendosi in gioco contro tutte le avversità, è qualcosa che porta le persone a fare il tifo per lui e le invoglia a continuare la visione per capire se alla fine riuscirà a raggiungere il suo obiettivo.
Billy Elliot è un esempio perfetto di questo archetipo di personaggio e di storie. Scritto da Lee Hall e diretto da Stephen Daldry nel 2000, questo racconta di Billy, un ragazzino di 11 anni con il sogno di diventare un ballerino di danza classica. La sua passione va contro gli ideali di machismo della famiglia, in particolare di suo padre, che gli proibisce di continuare a prendere lezioni.
Il valore di Billy Elliot come film è anche quello di mettere una storia di riscatto personale nel particolare contesto sociale e storico degli scioperi dei minatori del Regno Unito durante gli anni ’80. Si tratta di un periodo storico e di una situazione sociale in cui l’identità di comunità e di disprezzo per il diverso sono fondamentali e che vanno in netto contrasto con il desiderio del piccolo Billy.
Billy Elliot non ha di certo inventato il tema dell’emarginazione nel cinema, ci sono tanti esempi di film precedenti e successivi che trattano il tema dell’emarginazione in maniera forte. Un esempio storico che si può fare è Freaks, il film del 1932 di Todd Browning, film in cui i protagonisti sono un gruppo di ragazzi malformati utilizzati in degli spettacoli da circo. La loro storia si incrocia con quella di una bellissima ragazza di cui uno dei freaks si innamora e che cerca di raggirarlo per divertimento.
Freaks è stato uno dei primi film a trattare il tema dell’emarginazione sociale. In quel periodo i freak show nelle fiere itineranti erano piuttosto comuni, così come lo erano i pregiudizi rispetto alle persone con malformazioni. Per Todd Browning è stato quasi un gesto rivoluzionario quello di utilizzare personaggi simili come protagonisti del suo film.
Altro esempio molto più recente di un film che tratta il tema è Joker di Todd Philips. Il film prende in prestito nome e volto del più famoso nemico di Batman per mostrare la discesa nella follia di una persona tenuta ai margini della società e lasciata da sola a marcire tra i suoi tormenti e paranoie. La parabola di Arthur Fleck, magistralmente interpretato da Joaquin Phoenix, arriverà alla tragica quanto suggestiva realizzazione che la sua vita non è che una commedia e tutte le cose orribili che gli sono successe sono solo battute su cui ridere.
Se non avete ancora visto Billy Elliot o volete rivedervelo, potreste farlo stasera a partire dalle 21:30 su Italia 1.
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