Clint Eastwood è un grandissimo regista, ma sicuramente ha anche lui le sue pecche. La più grande è quella di non essere mai uscito dall’epoca della Grande Hollywood. Hereafter ha segnato un punto di rottura.
Con questo film il regista ha provato a dare un taglio netto col passato, modernizzandosi in un periodo di evoluzione che poi ha lasciato perché aveva drammaticamente fallito.
Il film esce nel 2010 l’anno dopo Invictus L’invincibile e prima di J.Edgar, riuscendo a dare un taglio diverso alla storia del cinema del regista. Si tratta di un lavoro in cui prova a sperimentare nuove tecnologie, lo fa con coraggio ma non gli riesce. E la conferma che qualcosa non ha funzionato è evidente viene fuori dalla scelta successiva di ritornare sui suoi passi e rispolverare il cinema della Golden Age.
Perché se a Eastwood si può muovere una critica c’è sicuramente il fatto che si ritrova ormai da anni a raccontare storie diverse con gli identici stilemi quelli di un cinema che non esiste più e che non è credibile agli occhi del pubblico. Proprio per questo in molti hanno criticato il suo operato considerandolo un regista superato, passato, ormai finito. Lui però con grande caparbietà continua a fare film anche ora che le primavere passate sono veramente molte sulla schiena. Ma torniamo ora a parlare di Hereafter.
Hereafter è tratto da un soggetto di Peter Morgan che ha curato anche la sceneggiatura. Clint Eastwood, oltre alla regia, ha curato anche la produzione insieme a Robert Lorenz e Kathleen Kennedy. Nel cast troviamo come attore protagonista Matt Damon nel ruolo di George Lonegan e al suo fianco Cecile de France e altri interpreti davvero di assoluto livello come Jay Mohr, Lyndsey Marshal e Bryce Dallas Howard.
La trama ci porta alla storia di Marie vittima di un’esperienza premorte che le cambia la vita. George invece è un operaio di quarant’anni che parla con i defunti. Marcus infine perde una persona a lui cara così all’improvviso. Le loro tre sofferenze si incroceranno in un percorso davvero strano e sicuramente molto doloroso per tutti.
Diventa dunque molto interessante analizzare da vicino un lavoro fatto con un certo criterio che però si perde dietro a trovate che sono intelligenti ma non si reggono in piedi. Il film dunque va per forza di cose bocciato.
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