Molto spesso per alcuni film si è parlato di “film tratto da una storia vera”, una cosa su cui ci hanno mentito solo ed esclusivamente per aumentare i numeri al box office.
L’espediente è stato utilizzato molto spesso e a volte hanno creato grande risentimento in un pubblico che si è sentito in questo senso ingannato.
Sicuramente uno dei primi in questione è Non aprite quella Porta del 1974 di Tobe Hooper. Il film si apre proprio con una voce fuori campo e un testo scritto dove si specifica che la storia che stiamo per vedere è legata a un qualcosa di terribile accaduto. Questo ha portato a considerare The Texas Chain Saw Massacre, titolo originale, un film quasi documentaristico. Tanto che si specifica all’inizio: “I fatti di quella giornata portarono alla scoperta di uno dei crimini più efferati della storia americana”.
La produzione si salvò in calcio d’angolo specificando che il film era ispirato alla storia vera di Ed Gein serial killer noto al mondo come Il macellaio di Plainfield. Chi ha visto il film sa però bene che le discordanze sono decisamente evidenti e che l’espediente narrativo è stato utilizzato per creare più tensione nel pubblico.
Film tratti da storie vere, ma ci hanno mentito
L’espediente del “film tratto da storia vera” è una cosa utilizzata soprattutto negli horror per aumentare l’ansia durante la visione. Pensare infatti che i protagonisti di un film dell’orrore siano realmente esistiti non può che creare imbarazzo e preoccupazione ancora di più a un pubblico che di fatto pensa a quei fatti come potenziale vittima.
Non possiamo non parlare di The Blair Witch Project il mistero della Strega di Blair che rappresenta di fatto il primo “found footage” della storia. Ma cosa si intende con questo termine? Ci troviamo di fronte al ritrovamento di una videocassetta, all’epoca c’erano ancora le vhs, dove all’interno è contenuto un documentario (falso ovviamente) con dei ragazzi che fanno delle ricerche su una strega e vengono uccisi uno a uno. Sebbene si tratti di un film di finzione, nessuno lo vuole spacciare per un documentario, si parla di storia tratta dalla realtà quando non è così.
Sicuramente il padre di tutti questi ragionamenti è Cannibal Holocaust, un film del grande maestro Ruggero Deodato che raccontava il viaggio di una troupe verso la foresta incontaminata. Verranno mangiati a uno a uno. Per alimentare la fama da snuff movie la produzione pagò gli attori per sparire dalla circolazione.