Il film di Michael Mann, Ferrari, racconta una storia molto particolare del padre dalla scuderia. Cosa successe veramente in quel periodo?
La storia di Ferrari, il film del 2023 di Michael Mann, non si concentra su tutta la vita di Enzo Ferrari, ma su un episodio specifico molto spinoso della vita dell’imprenditore. Si tratta di un grave incidente che ha messo seriamente a rischio la sua azienda e che, in senso generale, ha decretato la fine di un intero modo di vivere la competizione automobilistica in Italia.
Il film di Mann prende piede nel 1957. Un anno molto duro per l’ex pilota e imprenditore Enzo Ferrari, che sta affrontando una grave crisi sia sul piano economico, con l’azienda che non sembra carburare più come un tempo, sia sul piano personale. Da poco tempo si è venuti a conoscenza del suo figlio nato l’anno prima da una relazione extraconiugale e solo l’anno prima è morto il suo figlio maggiore, Dino, a soli 24 anni. In una situazione tanto tesa, il capo della Scuderia Ferrari mette insieme un gruppo di piloti per correre la Mille Miglia, una corsa di 1.600 km da Brescia a Roma, su cui scommette tutto.
L’Enzo Ferrari interpretato da Adam Driver è un uomo perso nei suoi stessi problemi, che cerca una grande impresa per riscattarsi e dimostrare di valere ancora qualcosa. Chi conosce la storia di quella particolare gare, tuttavia, sa bene che la scommessa non ha ripagato, anzi, non che non si può scappare per sempre, neanche su una Ferrari.
La verità sull’ultima Mille Miglia
L’episodio risolutore del film è quello dell’incidente di Guidizzolo. Il pilota Ferrari Alfonso de Portago e il suo navigatore furono coinvolti in un incidente mortale. A causa dello scoppio di uno pneumatico la macchina lanciata a 250 km/h saltò in aria e si abbattè sugli spettatori. Il conteggio finale fu di 11 morti compresi i due all’interno del veicolo, di cui 5 bambini.
In seguito a questo incidente vennero severamente limitate tutte le gare su strade pubbliche. La gara Milano-Taranto, in programma 10 giorni dopo, venne annullata, così come altre gare della stagione. Fece eccezione solo il gran Premio di Pescara in quanto parte della stagione di Formula 1.
Quella del 1957 fu l’ultima edizione dell’iconica Mille Miglia, una delle gare automobilistiche più famose del mondo. Per Enzo Ferrari quell’incidente significò l’incriminazione e il rinvio a giudizio. Visto che de Portego era morto così come gli spettatori (che secondo le procedure di sicurezza non sarebbero dovuti essere lì), il costruttore fu preso come capro espiatorio della faccenda. Il processo si concluderà con l’assoluzione di Ferrari.