Apriamo questa rubrica di “Film dimenticati” da Cani Arrabbiati di Mario Bava un cult movie per molti che però raramente vediamo passare in televisione.
Si parla sempre fin troppo poco di questo piccolo gioiello, film girato con maestria e che ha anche nel finale un colpo di scena del tutto inaspettato.
Un gruppo di rapinatori dopo il colpo tenta la fuga e si ritrova dentro un’automobile per scappare, a bordo però c’è una coppia e un neonato e la situazione diventa più delicata di quanto si possa pensare. Inizia così un road movie di cui non vogliamo dirvi altro in fatto di trama per non spoilerarvi il finale decisamente scioccante e che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Siamo nel periodo finale della carriera del grande artigiano del cinema il 1974. Dopo questo film avrebbe girato La casa dell’esorcismo, Schock e La Venere d’Ille in co-abitazione col figlio Lamberto per poi morire nel 1980. È un Mario Bava che ha sperimentato che è passato da una genere all’altro e che ha regalato orrore con i suoi thriller realistici, tra tutti ricordiamo Reazione a Catena. Ne esce un film molto criticato all’uscita per il sapore quasi documentaristico e poi rivalutato dai fan anni dopo anche se mai in grado di ottenere la giusta dimensione rispetto al suo valore.
Cani Arrabbiati, cosa c’è da sapere?
Cani Arrabbiati è stato girato per la sua maggior parte all’interno di un’Opel Rekord Caravan. Non uscì subito a causa del fallimento della casa di produzione Loyola Films. Nel 1995, quindici anni dopo la morte del regista, è tornato in versione dvd grazie all’opera di Lea Kruger. Sono molte le versioni uscite tutte con finali diversi, la definitiva è stata trasmessa per la prima volta da Sky nel 2004 col titolo di Semaforo Rosso.
Il film visse anche alcuni problemi con il produttore Roberto Loyola, come raccontato da Lamberto Bava aiuto regista, che ebbe difficoltà finanziarie durante la stessa lavorazione. Questa crisi portò a rallentare il lavoro della troupe. Bava riuscì però, grazie alla sua bravura, a completare tutto in tre settimane. La famiglia Bava cercò a lungo di recuperare i diritti senza mai riuscirci. Il film oggi è considerato un cult movie, ma di certo non viene in mente quando si parla di Mario Bava stesso. E ancora oggi a riguardarlo il film crea emozione e riesce ad arrivare al cuore del pubblico in maniera dirompente.