Unica di Ilary Blasi sta riscuotendo un successo incredibile su Netflix, il documentario sulla fine della sua storia con Francesco Totti è l’argomento trend topic del momento.
Ma si può definire documentario il lavoro? Andiamo a scoprire qualcosa in più in merito a questo lavoro che ha alzato un polverone negli ultimi giorni.
Al centro del racconto c’è proprio la conduttrice di programmi come L’Isola dei Famosi, il Grande Fratello Vip e Le Iene Show, che racconta le sue emozioni, molto dolorose, legate alla fine del matrimonio con l’ex capitano della Roma. Un racconto che non ci porta all’interno di ricostruzioni fictionali, se non brevissime come quella della macchina del caffè, e per questo utilizzare il termine docu-film è sbagliato. Ci troviamo proprio di fronte a un documentario, una sorta di lunga intervista.
A dare il contributo di un prodotto cinematografico c’è sicuramente il contributo di una struttura narrativa di buon livello e con dei tagli intelligenti. Rolling Stone ha specificato che il film è di fatto un “revenge movie” perché all’interno troviamo un racconto molto ben strutturato e intelligente con degli spunti di cinema. E intanto Movieplayer specifica come “Ilary Blasi è la nostra Shakira”. Di certo il racconto ha avuto i suoi effetti e se n’è parlato molto.
Forse Unica era solo una strategia commerciale, difficile dirlo. Fatto sta che tutta Italia ne sta parlando e se prima l’opinione pubblica, dopo il divorzio tra Ilary Blasi e Francesco Totti, era più dalla parte dell’ex calciatore della Roma oggi invece si è spostato dal lato della conduttrice. La situazione rimane molto delicata e difficile da gestire con Totti che non ha ancora risposto. Intanto su Netflix gli streaming salgono vertiginosamente e raccolgono l’attenzione da parte del pubblico.
Ilary non ha specificato però il motivo della realizzazione di questo prodotto cinematografico, anche se il tutto appare abbastanza facile e cioè esprimere la sua idea in merito. Sui social il pubblico si pronuncia su questo prodotto e le critiche sono decisamente positive e interessanti. Tanto che alcuni hanno chiesto addirittura di andare avanti e di proporci un secondo capitolo in cui approfondire altre cose. Sebbene al momento non è possibile pensare di negare qualsiasi cosa, pensare di poter vedere un secondo capitolo appare un’ipotesi davvero molto remota. Anche perché a quel punto perderebbe seriamente di valore l’approccio di questo lavoro di assoluto livello anche per la critica.
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