Si torna a parlare di Eric Toledano e Olivier Nakache per l’imminente uscita di Un anno difficile, al cinema da domani, ma non sono noti solo per Quasi amici. Andiamo a scoprirli.
I due artisti sono nati rispettivamente a Parigi il 3 luglio del 1971 e a Suresnes il 14 aprile del 1973, due fratelli col cognome diverso come li ha definiti un loro attore, due grandissimi professionisti.
Il loro film di debutto è Je prefere qu’on reste amis… del 2005, in Italia diventano famosi per Quasi Amici – Intouchables del 2011 con protagonista uno straordinario Omar Sy. Da quel momento vengono rivalutati anche i due film precedenti e cioè Troppo amici, titolo stravolto per motivi di marketing, e Primi amori, primi vizi, primi baci del 2005. Nel 2014 tornano a lavorare con Omar Shy grazie a Samba.
Nel 2017 esce l’altrettanto interessante C’est la vie Prendila come viene, mentre nel 2019 riescono a stupire con The Specials Fuori dal comune. E ora tornano con un film molto divertente, ma allo stesso tempo decisamente forte sotto diversi punti di vista e intenso. Che racconta l’attualità con un modo molto duro e che fa riflettere con un finale sognante ma anche molto doloroso.
Eric Toledano e Olivier Nakache, la rinascita della commedia all’italiana
Chi avrebbe mai immaginato che la rinascita della commedia all’italiana fosse voluta e raggiunta attraverso due registi francesi? Nessuno sicuramente. Eric Toledano e Olivier Nakache amano il cinema italiano, adorano Dino Risi e soprattutto il Sorpasso, conoscono molto bene i Fratelli Taviani, si emozionano con I Mostri e I Soliti Ignoti. E hanno capito che si può far ridere e allo stesso tempo ragionare, si possono affrontare argomenti molto delicati e dolorosi che sappiano colpire il cuore del pubblico e farlo divertire pensando.
È la strategia utilizzata soprattutto negli anni settanta dal cinema italiano e basta guardare film come Fantozzi o Amici Miei per capirlo. Passati alla storia come film comici in realtà sono ritratti di uomini disperati, finiti e in grande difficoltà con loro stessi e col prossimo. Non possiamo che apprendere da questi capolavori la forza del ragionamento e capire che se due francesi hanno notato e capito questa lezione anche noi potremmo coccolarla un po’ di più invece di dimenticarla come abbiamo fatto. Un cinema italiano che può vivere nuovi fasti e che di sicuro ci regalerà grandi soddisfazioni quando saremo pronti ad accoglierlo nuovamente e apprezzarlo come fanno all’estero ancora oggi e con grande amore.