Chi ha riso come un matto su Zelig Circus, il programma di cabaret di Canale 5, avrà notato l’omonimia con un film di Woody Allen.
Quello tra un film tra i meno ricordati di un grande regista newyorkese e un celebre programma televisivo comico in onda su Canale 5 non è scontato e potrebbe sorprendere molti. Anche se da lontano i due spettacolo hanno un collegamento, ma ci arriveremo alla fine. In primis parliamo di Zelig, film del 1983 diretto da Woody Allen, che parla con il linguaggio della commedia del trasformismo del protagonista, tanto malleabile nella personalità da arrivare a non averne alcuna.
L’espediente utilizzato da Allen per mettere in scena il suo film è quello del finto documentario su un caso avvenuto negli anni ’20. Il film si ambienta nell’anno 1928, quando Leonard Zelig diventa l’uomo del momento per via di una ignota malattia che modificano il suo aspetto fisico e la sua personalità a seconda del contesto in cui si trova.
Il regista prende il nome del suo personaggio dalla lingua yiddish, per cui zelig significa “benedetto”. Un nome che ci ricorda di nuovo la crudele ironia di Woody Allen, perché quella di Leonard Zelig può essere vista sia come una benedizione che come una maledizione.
Inizialmente Leonard viene affidato alla sorella, che tenta di trasformarlo in un fenomeno da baraccone, come ce n’erano tanti in quegli anni, ma viene salvato dalla psichiatra Eudora Fletcher, che si è innamorata di lui. Zelig viene spesso descritto come l’esempio perfetto di personaggio camaleontico. Un personaggio che “non ha un sé, né una personalità“, come fa dire Allen allo psicoanalista Bruno Bettelheim, presente nel film nel ruolo di se stesso.
Una lente di ingrandimento posta da Woody Allen al fenomeno del conformismo che si era sviluppato negli anni ’80 negli Stati Uniti e che avrebbe monopolizzato il discorso sociologico di quegli anni. Zelig in questo contesto si poteva definire, anche se di per se inconsapevole, il conformista definitivo. Capace di adattarsi a qualsiasi situazione sociale, ma in maniera completamente de-personalizzante per l’individuo, che prima si trova nella ingranaggio della società della libera New York come fenomeno da baraccone, ora perfettamente inserito tra le fila dei gerarchi nazisti in Germania.
Il film ebbe un impatto tale che la sindrome psichiatrica definita sindrome di Zelig è nominata proprio in onore al film di Allen. Questo nome è stato utilizzato anche nel 1986 per nominare il locale milanese responsabile del lancio di moltissimi nuovi artisti del cabaret e dello spettacolo che avrebbero conquistato la scena italiana negli anni successivi. Il nome del locale era Zelig, da cui è stato tratto l’omonimo programma televisivo.
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