Eli Roth è una delle nuove leve del cinema horror anche se continua a sfornare film di alto livello da vent’anni. Il suo ultimo Thanksgiving è una chicca.
Il regista di Hostel torna con un film dalla tagliente ironia, scritto in maniera intelligente e con dei momenti davvero di altissimo cinema.
La trama è piuttosto semplice. Il giorno del Ringraziamento si trasforma in una tragedia quando un noto negozio di Plymouth decide di lanciare proprio in occasione della festività un Black Friday. Un anno dopo un killer inizia a seminare il terrore uccidendo tutti i protagonisti di quella giornata.
Attraverso questo espediente narrativo si crea un film fatto di grande tensione e con dei momenti davvero molto divertenti. Per questo Roth finalmente ha il suo Scream, come Wes Craven decide di puntare sull’ironia sorprendendo un pubblico sempre più interessato a scoprire i meccanismi di un genere che anno dopo anno continua a rinnovarsi. E se da un lato c’è un horror intellettuale, che può contare su registi come Robert Eggers, Jordan Peele e Ari Aster, dall’altra troviamo un cinema più popolare e commerciale che riesce a rinnovare i vecchi stilemi del film di genere.
Il cinema di Eli Roth si arricchisce di un nuovo capitolo che i fan aspettavano da tanto tempo. Con Thanksgiving il regista americano torna all’horror come non accadeva dal 2013, dieci anni passati a fare nuovi esperimenti. Prima si era concentrato sul thriller con Knock Knock e Il giustiziere della notte, poi aveva esplorato il fantastico con Il mistero della casa del tempo sempre utilizzando il suo tocco orrorifico. Infine si era dato al documentario prima raccontando la storia dell’orrore e poi con Fin un lavoro sugli squali.
Ne esce un prodotto molto interessante, che gioca con i giovani e con il mezzo cinema lo stesso, mettendo al centro una festa che in Italia non conosciamo molto bene ma che in America è la base di tutto. Il film ha dei picchi di grande intensità e la verve comica del regista emerge in tantissimi aspetti, di certo però la sequenza iniziale nel centro commerciale è qualcosa che ricorderemo per tanto tempo e che ha fatto sorridere un pubblico memore di esperienze altrettanto grottesche come quelle dei primi film di Peter Jackson. La dose di gore del film è elevata, ma sempre contestualizzata a un ritmo ironico che dunque permetterà anche ai più giovani di farsi due risate e vivere un’ora e mezza, anzi poco più, spensierata e divertente.
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