Lo special televisivo Circeo è in programma in 2 serate su Rai 1. Le critiche della sorella di una delle vittime accompagnano l’uscita.
Quello che è passato alla storia come Massacro del Circeo è una delle storie di cronaca più raccapriccianti e tremende della storia italiana. Per giorni due ragazze, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti sono state tenute prigioniere, violentate e torturate da dei ragazzi in una villa nella località del Circeo, vicino Roma. Questa storia è stata raccontata diverse volte in TV e al cinema ed è una delle principali tragedie che sottolineano l’importanza dell’educazione riguardante la violenza sulle donne.
La storia del massacro del Circeo è arrivato al cinema in 3 occasioni distinte. La prima volta nel 1976 con I Violenti di Roma Bene, di Sergio Grieco e Massimo Falisatti, e I Ragazzi della Roma Violenta di Renato Savino, uscito lo stesso anno. Più di recente, nel 2021, Stefano Mordini ha raccontato la storia del fatto di cronaca con il film La Scuola Cattolica, dove, senza nessun tipo di giustificazionismo o redenzione, cercava di esplorare la vicenda dal punto di vista dei carnefici.
Nel 2023, in occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, Rai ha proposto con uno special televisivo del 2022 di 6 episodi in onda in 2 prime serate il 14 e il 28 novembre 2023. Lo special in questione si intitola semplicemente Circeo e racconta non solo il fatto di cronaca, ma parte da quello per puntare la lente d’ingrandimento sul processo che ne è conseguito.
Protagonista della miniserie è Teresa Capogrossi, interpretata da Greta Scarano, l’avvocato di Donatella Colasanti nel processo contro i sui 3 aguzzini. La storia vuole mettere in mostra la resistenza delle donne contro una violenza maschile per cui gli aguzzini potrebbero ancora farla franca.
La serie si basa sugli atti processuali del processo Izzo, Guido e Gira che portò alla condanna dei 3 ragazzi per la violenza perpetrata alle due ragazze, una delle quali, Rosaria Lopez, rimase uccisa. Proprio da questo punto parte la critica della sorella di Rosaria Lopez, Letizia, che critica la decisione di Rai di essersi presa fin troppe libertà creative per la scrittura di questa fiction.
Letizia Lopez dichiara che la produzione non ha neanche contattato la sua famiglia per chiedere come fossero andate le cose dal loro punto di vista, ma di essersi basati solo sugli atti processuali, cosa che avrebbe compromesso pesantemente il realismo della vicenda.
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