Gabriele Muccino è l’esempio pratico del pregiudizio che si vive in questo paese verso il cinema italiano. L’artista è osteggiato in patria ma amatissimo all’estero.
Stiamo parlando di uno dei più grandi registi degli ultimi trent’anni, ma in Italia c’è chi continua a criticarlo senza dare nemmeno un’argomentazione valida.
“L’erba del vicino è sempre più verde” recitava un noto proverbio e questo si può assolutamente evidenziare per il cinema italiano, apprezzato più all’estero che nel nostro paese. Esempio chiaro è Muccino che ha girato tantissimi capolavori ma che in Italia divide ancora mentre negli Stati Uniti ha messo tutti d’accordo.
Il regista ha raccontato il nostro paese con personalità, intelligenza dando espressione ai vizi e alle virtù degli italiani con un tocco neorealista in grado di raccontare come vanno veramente le cose. Non possiamo che inchinarci a molti dei suoi film anche se alcuni continuano a criticarli pure tra i critici più importanti del cinema nazionale.
Gabriele Muccino, la sua particolare storia
Gabriele Muccino nasce a Roma il 20 maggio del 1967. Il suo percorso inizia come regista di mini docu-fiction per la Rai, la trasmissione è Ultimo Minuto. Dopo viene mandato a realizzare dei documentari nella savana africana, riuscendo a dimostrare tutta la sua bravura decide di approdare al cinema. Il suo debutto nel 1998 è un film che in sala non ci doveva nemmeno andare e che doveva limitarsi a uscire in home video, Ecco fatto va in poche sale ma è un vero successo. Nel 1999 replica con Come te nessuno mai ma è nel 2001 che arriva la sua definitiva esplosione grazie al meraviglioso L’ultimo bacio.
Nel 2003 gira Ricordati di me e di lui si accorgono prima negli Stati Uniti che in Italia. In America gira quattro film e cioè La ricerca della felicità e Sette Anime con Will Smith, Quello che so sull’amore con Gerard Butler e Padri e figlie con Russell Crowe. In mezzo c’è Baciami ancora sequel de L’Ultimo bacio. Torna poi in Italia per L’estate addosso, A Casa tutti bene (che poi diventerà una serie tv) e Gli anni più belli.
Regista totale è un maestro del cinema eppure in Italia continuano ad alternarsi tra luce e ombre i suoi lavori col pubblico che non sempre è convinto dai suoi lavori nonostante lui ci metta cuore e voglia. Sarebbe da rivalutare, riguardare e ammirare per apprezzare l’enorme carico di emozioni che si vivono all’interno della storia.