Perché tutti i tifosi di calcio si identificano in “Febbre a 90°”? Il film divenuto un cult

Febbre a 90° è un cult, uno di quei film che ha permesso a milioni di persone di identificarsi nel protagonista e di rivivere davanti lo schermo la propria passione.

I tifosi di calcio spesso utilizzano frasi prese da questa opera e molte volte decidono di farla vedere agli amici più stretti che non capiscono la passione viscerale per lo sport e il senso di identificazione che questo permette.

Il film del 1997 è diretto da David Evans e vede protagonista un giovanissimo Colin Firth. È tratto dal romanzo omonimo di Nick Hornby del 1992 altro cult della storia moderna della cultura. La storia è quella di Paul Ashwort un ragazzo che in seguito al divorzio dei genitori si appassiona al calcio e in maniera particolare alla squadra londinese dell’Arsenal. Passano gli anni ma la passione non sparisce.

Divenuto adulto e professore di lettere l’uomo continua a vivere un rapporto morboso col calcio che ben presto gli crea dei problemi quando inizia una relazione con la collega Sarah Hughes (Ruth Gemmell). Finirà per coinvolgere anche lei in questa grandissima passione in una stagione straordinaria che porterà lui a capire che anche l’amore è importante e i suoi Gunners a vincere un titolo veramente clamoroso.

Febbre a 90°, frasi e momenti cult

Nel libro di Nick Hornby “Febbre a 90°” si va oltre rispetto al film, addirittura si teorizza come un tifoso di calcio si aspetta di morire in estate per evitare di lasciare il campionato in corso. Diversi tormentoni sono nati anche attorno al film. Come quando il piccolo Paul viene sgridato dal padre per essere diventato più tifoso di lui. Un giorno l’uomo vorrebbe presentargli la sua nuova compagna evitando la partita dell’Arsenal e sottolineando “Prima o poi supereremo questa fase”, in tutta risposta il ragazzo pronuncia una frase divenuta iconica “Non supereremo mai questa fase”.

febbre a 90 il film
Il film più amato dai tifosi di calcio (VelvetCinema.it)

E poi tanti altri momenti topici, storici, che non possiamo dimenticare e che fanno capire a chi il calcio l’ignora come dentro a volte ci sia un mondo intero da scoprire. Perché il calcio è condivisione, senso di appartenenza, è una grande famiglia che ogni weekend si riunisce. Un film da vedere e rivedere perché risulta essere l’unico legato al mondo dello sport che non annoia chi è totalmente avulso a questo campo e anzi permette di capire e imparare qualcosa. Una visione da cui uscirete sicuramente cambiati e arricchiti umanamente e chissà che qualcuno non voglia poi anche iniziare a seguire lo sport più amato del mondo.

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