Il sentimento più antico e più radicato nel genere umano è la paura, e la paura più antica è quella dell’ignoto: da questo assunto nasce uno dei generi più apprezzati dal pubblico.
L’Ottocento si erge come un secolo dominato dall’orrore, in cui l’umanità coltiva un’ossessione collettiva per il mistero, lo spiritismo e l’occulto. Questa fissazione si manifesta non solo nella letteratura, ma si estende alle arti performative e fotografiche, gettando le fondamenta per uno dei generi cinematografici più fecondi e duraturi: l’horror. Il periodo vede una trasformazione delle pratiche occulte da malefiche a fonte di affascinazione. Sedute spiritiche, storie di fantasmi e spettacoli come la fantasmagoria di Etienne-Gaspard Robertson diventano parte integrante della cultura. La fantasmagoria, in particolare, rappresenta un esperimento teatrale unico con immagini in movimento, ingrandimenti e rimpicciolimenti, provocando stupore e turbamento nel pubblico. Questa forma di intrattenimento inaugura un’era in cui la realtà e una dimensione “altra” si fondono per creare uno spazio di fascinazione irrazionale.
Le storie dell’orrore, a loro volta, si radicano nella cultura popolare grazie ai “Penny dreadful”, racconti spaventosi pubblicati a puntate, e alle opere di maestri del gotico come Mary Shelley, Edgar Allan Poe e Bram Stoker. Questi autori plasmano la cultura cinematografica e letteraria successiva, introducendo creature iconiche e esplorando paure implicite legate al lato oscuro dell’umanità. Un contributo significativo proviene da H.P. Lovecraft, uno degli scrittori orrorifici più influenti del Novecento. Nei suoi romanzi, Lovecraft esplora il ruolo dell’ignoto nella vita umana, sottolineando la limitata conoscenza della realtà e la pericolosa ricerca della conoscenza che può condurre alla follia. Le sue opere trattano anche gli istinti primordiali, manifestati in creature mostruose che incarnano paure inafferrabili e proibite.
Gli autori utilizzano varie strategie per creare un’atmosfera da brivido, mescolando elementi sovrannaturali a quelli reali per destabilizzare il lettore. Questo approccio si riflette anche nelle arti visive e nella fotografia. La fotografia spiritica, in particolare, raggiunge l’apice della popolarità grazie a figure come William H. Mumler, un “fotografo-medium” il cui lavoro coinvolgeva l’aggiunta di immagini dei defunti alle foto commissionate.
Il cinema, emerso alla fine dell’Ottocento, diventa il mezzo principale per diffondere la letteratura gotica e dell’orrore. Il primo film horror della storia, “Le manoir du diable” di Georges Méliès (1896), segna un punto di svolta. Questo breve film sfrutta le potenzialità del cinema per spaventare il pubblico attraverso effetti speciali e trucchi, aprendo la strada a un genere cinematografico autonomo. L’orrore permea l’Ottocento, plasmando la cultura attraverso la letteratura, le arti performative, la fotografia e infine il cinema. Questa evoluzione rivela una profonda connessione tra l’oscurità, l’irrazionale e la cultura dell’epoca, creando un terreno fertile per la nascita e lo sviluppo del genere horror nel XX secolo.
L’emergere del genere horror nel cinema è legato a opere pionieristiche che hanno contribuito a plasmare il panorama cinematografico. Tra i primi film horror della storia, alcuni hanno lasciato un’impronta indelebile nel genere.
Nosferatu il vampiro (1922) di Murnau:
Diretto da F. W. Murnau, “Nosferatu il vampiro” è uno dei primi film adattamenti del romanzo “Dracula” di Bram Stoker. Nonostante le controversie legali con la famiglia Stoker, che contestò le somiglianze con il romanzo, il film divenne un’icona del cinema espressionista e del genere horror.
Frankenstein (1931) di James Whale:
Il film di James Whale è un adattamento libero del romanzo di Mary Shelley. Boris Karloff interpreta la creatura, dando vita a uno dei mostri più iconici del cinema. Il film contribuì a definire gli archetipi dei film sulla creazione di mostri e sulla loro alienazione dalla società.
Dracula (1931) di Tod Browning:
Basato sul lavoro di Bram Stoker, questo film con Bela Lugosi nei panni di Dracula è uno dei primi adattamenti sonori del romanzo. La performance di Lugosi contribuì a definire l’immagine di Dracula nel cinema.
La mummia (1932) di Karl Freund:
Un altro classico del cinema horror, “La mummia”, diretto da Karl Freund, esplora il tema dell’immortalità e della maledizione. Boris Karloff, già celebre per il suo ruolo in “Frankenstein”, interpreta la mummia Imhotep.
Nei decenni successivi, altri grandi registi hanno lasciato il segno nel genere:
Gli uccelli (1963) di Alfred Hitchcock:
Alfred Hitchcock, noto come il “Maestro del Suspense”, ha portato il suo tocco unico al genere horror con “Gli uccelli”, un film che trasforma qualcosa di ordinario in qualcosa di inquietante.
Tre passi nel delirio (1968) di Federico Fellini, Louis Malle e Roger Vadim:
Fellini contribuisce al genere con questa antologia di storie fantastiche e surreali insieme a Louis Malle e Roger Vadim. Pur variando tra il fantastico e l’orrore, il film a episodi mostra il genio cinematografico di Fellini.
Nosferatu, il principe della notte (1979) di Werner Herzog:
Werner Herzog dirige questa versione del classico “Nosferatu” di Murnau. Klaus Kinski interpreta il conte Dracula, dando una nuova interpretazione a uno dei personaggi più iconici.
Shining (1980) di Stanley Kubrick:
Basato sul romanzo di Stephen King, “Shining” è una pietra miliare dell’horror psicologico. La regia di Kubrick e la performance di Jack Nicholson contribuiscono a creare una tensione crescente nel corso del film.
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