Qualcuno non se lo ricorda, in molti non sapevano neanche dell’esistenza di questa pellicola. Una piccola chicca che non potete non recuperare.
Con il loro modo di fare televisione hanno segnato un’epoca. Nonostante il passare del tempo, la Gialappa’s Band continua a essere una delle realtà più geniali della tv italiana. Eppure parte tutto dalla radio, nel 1985. L’incontro, a dir poco casuale, avviene sulle frequenze dell’emittente Radio Popolare: alle 22 infatti andava in onda una trasmissione dal titolo “Bar Sport”, in cui si raccontava in modo scanzonato la giornata calcistica di Serie A. L’intento era quello di coinvolgere anche gli ascoltatori, rendendoli parte integrante dello show. Tra questi, il più assiduo era proprio Carlo Taranto, il primo a entrare nel programma condotto da Sergio Ferrentino. Subito dopo Giorgio Gherarducci, figlio del grande giornalista sportivo, e infine Marco Santin. L’anno successivo il gruppo commenta il Mondiale di Messico 1986 e viene messo sotto contratto dalla Fininvest per partecipare a un programma da su Rete 4 “Un fantastico tragico venerdì”.
Sempre in quell’anno viene deciso il nome del gruppo. Prima Gialappa’s Brothers prima, diventati Gialappa’s Band solo in un secondo momento. Il nome del sodalizio deriva dalla gialappa (Ipomoea purga), una pianta floreale messicana dal cui tubero si estrae un lassativo per cavalli. In occasione dei Mondiali di calcio messicani del 1986, i primi che commentarono in radio, furono infatti frequenti i casi di calciatori colpiti da problemi intestinali. Il successo delle loro radiocronache si allarga sempre di più, fino a raggiungere un’emittente come Radio Deejay, dove presentano anche una trasmissione a cadenza settimanale, co-condotta da Roberto Ferrari, dal titolo Quasi Gol. Dalla radio alla tv, il loro primo programma televisivo nasce nel 1989 e si chiama “Mai dire Banzai”. Lo show ruota interamente intorno al commento ironico delle immagini provenienti da due programmi televisivi giapponesi: Takeshi’s Castle (in giapponese Fūun! Takeshi Jō, ideato e condotto dal noto regista Takeshi Kitano per TBS), e The Gaman di Fuji Television, entrambi varianti di Giochi senza frontiere.
Il passaggio più importante della loro carriera però avviene con “Mai Dire Gol”. Si tratta di una trasmissione di circa 25 minuti che va in onda tutte le domeniche su Italia 1 intorno a mezzanotte e che mette in ridicolo diversi aspetti della giornata calcistica di Serie A. L’idea è molto simile a quella di Bar Sport, ma con l’aggiunta di papere da parte dei calciatori, interviste surreali, errori da parte dei conduttori e strafalcioni presi dai vari programmi tv. Insomma, tutto quello che si può trovare per poi essere blobbato e riproposto la domenica sera. La trasmissione raggiunge un pubblico ancora più ampio con l’inserimento di due conduttori come Teo Teocoli e Gene Gnocchi. Il duo comico, oltre ad avere un ottimo feeling con le tre voci, dà vita anche a una serie di personaggi diventati iconici con il passare del tempo: da Ermes Rubagotti a Felice Caccamo. Con il passare degli anni il calcio trova sempre meno spazio all’interno dello show, facendo salire in cattedra i comici lanciati proprio dalla Gialappa’s: Aldo, Giovanni e Giacomo, Raul Cremona, Antonio Albanese, Daniele Luttazzi, Claudio Bisio, Corrado Guzzanti, Luciana Littizzetto, Paola Cortellesi, Gioele Dix, Fabio De Luigi, Francesco Paolantoni, Bebo Storti, Ugo Dighero, Maurizio Crozza e tanti altri.
Ed è proprio sfruttando il loro talento che la Gialappa’s Band si avventura nel suo primo (e unico) progetto cinematografico. È il 1999 e il trio scrive e confeziona l’opera prima di Paolo Costella come regista. Il titolo scelto è “Tutti gli uomini del deficiente”, evidente parodia del film “Tutti gli uomini del presidente” (1976), diretto da Alan Pakula con Dustin Hoffman e Robert Redford protagonisti. Per l’occasione i tre riescono a riunire un folto gruppo di guest-star, a cominciare proprio dai comici che facevano parte del programma “Mai Dire Gol”. La pellicola incassò quasi 4 miliardi di lire ma, nonostante il discreto successo, la Gialappa’s Band non partecipò più ad altri progetti cinematografici.
Tutti gli uomini del deficiente: di cosa parla il film della Gialappa’s Band?
Leone Stella – interpretato da Arnoldo Foà – il proprietario e presidente della Totem Arts, multinazionale di videogiochi, ha deciso di cercare un erede tra coloro che portano lo stesso nome. Per fare questa selezione, ha imposto una serie di prove ispirate alla sua vita e al suo famoso videogioco “Doctor Leo Star”. I partecipanti alle prove, tutti omonimi di Leone Stella, devono affrontarle nel mondo reale, mentre il presidente affronta versioni simili all’interno del videogioco. Un dettaglio interessante è che tutti devono vestirsi come il personaggio Doctor Leo Star, indossando abiti in stile hippy e portando telecamere e radioline per essere seguiti online. Non possono utilizzare denaro e devono fare affidamento su sconosciuti per un eventuale aiuto.
Ogni partecipante ha ricevuto un soprannome dalla Gialappa’s per distinguerlo dagli altri omonimi. Ad esempio, c’è ‘Léon’ (Gigio Alberti), un killer professionista con una madre ossessiva, ‘Stella’ (Claudia Gerini), una maestra elementare perseguitata dal suo ex marito, ‘Little Star’ (Marina Massironi), un’ex spogliarellista ammiratrice del lavoro di Leone Stella, ‘L.S. DJ’ (Maurizio Crozza), un disc jockey egocentrico e fastidioso, ‘don Leone’ (Giovanni Esposito), un prete di campagna, ‘cavia umana’ (Zuzzurro), così chiamato per il suo lavoro come autosperimentatore biologico, e così via.
Le prove sono un mix di situazioni stravaganti e parodie della vita di Leone Stella, commentate ovviamente dalla voce della Gialappa’s Band. Alcune sfide includono un viaggio a La California, una frazione di Bibbona, simile a quello compiuto da Leone Stella dopo la laurea negli Stati Uniti, il trasporto di marijuana in Svizzera (in realtà cicoria) in una parodia del commercio di ‘erba’ in Usa del patron, una notte in prigione e il bacio della prima persona incontrata dopo essere usciti di galera, come accadde a Leone Stella in gioventù. Le prove sono piene di situazioni comiche e interferenze, inclusi scherzi, giochi e persino un omicidio. Alla fine, l’unico concorrente rimasto, Stella, riesce a superare l’ultima prova di disinnescare una bomba (anch’essa finta) e diventa l’erede dell’azienda.