Il regista di “Pulp Fiction” e “Bastardi senza gloria” potrebbe essere vicino alla pensione: ma cosa sappiamo veramente di “The Movie Critic”?
O lo si ama, o lo si odia. E lui è contento così. Quentin Tarantino non è tipo da mezze misure. Sfumature di grigio, vorrei ma non posso. O è tutto, oppure è preferibile il niente. Ed è proprio questo di cui si parla. Di un possibile addio anticipato, dopo soli dieci film. Dopotutto era stato proprio lui a dire di volersi ritirare allo scoccare della doppia cifra. E ci siamo. Un punto di vista che ha fatto molto discutere, soprattutto tra i registi più longevi che, come Tarantino, hanno scritto pagine indelebili di cinema.
In un’intervista concessa di recente all’Associated Press, in occasione dell’uscita di “Killers of the Flower Moon”, Martin Scorsese ha detto la sua in merito all’idea di Quentin di abbandonare la scena dopo soli dieci film. “Se sono diverso da Tarantino? Certo che lo sono. Lui è uno scrittore“, ha spiegato il regista Premio Oscar.
Le parole di Scorsese
“È molto diverso, io invento storie. Mi sento attratto dalle storie attraverso altre persone in tutti i modi possibili. Credo che sia un processo diverso rispetto al suo. Ho molto rispetto per gli scrittori e vorrei essere anche io uno di loro. Vorrei rimanere solo in una stanza a scrivere romanzi, e non film“.
“La mia fortuna è che ho ancora molta curiosità“, ha ammesso Scorsese. “Sono sempre curioso di scoprire qualcosa di nuovo. E so che troverò sempre un modo per raccontarlo. Devo solo resistere, ma so che troverò la strada per cercare di realizzare un film su quel determinato argomento, ma deve essere qualcosa di originale, che susciti il mio interesse. Perché la mia curiosità è ancora viva. Non potrei parlare per Quentin Tarantino o per altri registi che riescono a creare queste opere nel loro mondo“.
I due registi sono separati da quasi vent’anni d’età. Due, forse anche tre generazioni di differenza. E se Tarantino dovesse lasciare dopo “The Movie Critic”, avrebbe ancora 60 anni, rispetto agli 80 di Scorsese, che è da poco uscito in sala con “Killers of the Flower Moon”. E la storia della sua filmografia non sembra essere ancora completa sentendo le sue parole. Un argomento che ha tenuto banco in queste settimane e sul quale sono stati interrogati anche altri grandi esponenti del cinema mondiale, come ad esempio Christopher Nolan.
“La verità è che io capisco entrambi i punti di vista“, ha dichiarato il regista di “Oppenheimer“. “Raccontare storie attraverso il cinema è avvincente. È divertente, anche se come lavoro è molto difficile. È un dovere che senti di dover sbrigare, quindi è complicato immaginare di porsi un freno e smettere dall’oggi al domani solo perché te lo sei imposto volontariamente. Ma capisco perfettamente anche quello che dice Tarantino. Anche se non fa i nomi, dice in modo molto gentile di non voler fare la fine di registi che con il passare degli anni non possono più eguagliare i tempi d’oro. Il suo è un punto di vista molto puro, di un cinefilo che apprezza la storia del cinema“.
Quentin Tarantino, tutto quello che sappiamo (e non sappiamo) sul suo ultimo film
Dopo tanta filosofia, è il caso anche di entrare nel merito del prossimo lavoro di Quentin Tarantino. Sia che sarà l’ultimo, sia che dovesse decidere di andare avanti. Eppure lui sull’argomento era stato molto chiaro. “I registi non migliorano con l’età“, disse in un’intervista rilasciata a Playboy nel lontano 2012. “Normalmente i film peggiori all’interno della filmografia sono gli ultimi quattro. E siccome io tengo molto alla mia filmografia, non voglio rovinarla. E vi dico che un film brutto ne rovina tre belli”.
Quasi come fosse una formula aritmetica quella del regista nato a Knoxville. “Non voglio che tra i miei film ci sia quella brutta commedia, totalmente incoerente con il resto della mia filmografia. E che la gente possa dire: “Oh mio dio, lui pensa di essere lo stesso di 20 anni fa”. Quando i registi diventano obsoleti non è mai un bello spettacolo“.
Una delle ultime volte in cui ha parlato, Tarantino ha detto che il suo film è entrato in pre-pre-produzione lo scorso giugno, anche se è tutto molto rallentato dallo sciopero del settore cinematografico americano. Nonostante questo alone di mistero, andiamo alla scoperta degli indizi che si celano dietro “The Movie Critic”, dalla trama al cast, passando sui dettagli della location. Cominciamo dal protagonista che, stando a quanto rivelato dallo stesso regista, dovrebbe essere una persona realmente esistita.
Uno dei lavori da adolescente di Tarantino è stato il fornitore di una macchina distributrice di riviste pornografiche. In quel periodo il giovane Quentin ha detto di essersi appassionato alla scrittura del critico di film porno che però non ha voluto nominare. “Ritengo che fosse molto bravo nel suo lavoro. Era cinico come l’inferno. Le sue recensioni erano un incrocio tra l’Howard Stern dei primi tempi e come potrebbe essere Travis Bickle (il protagonista di Taxi Driver, ndr.) se fosse un critico cinematografico“, ha detto Tarantino.
“Leggendo quello che scriveva sembrava potesse avere 55 anni, ma in realtà ne aveva solo tra i 30 e i 35 anni. È deceduto prima di arrivare ai 40. Non è chiaro come, ma ho fatto altre ricerche e sembra che sia morto a causa dell’alcolismo“. Il regista di “Pulp Fiction” e “Bastardi Senza Gloria” ha detto di voler rimanere almeno in parte fedele alla vita di questo critico cinematografico.
Questo già esclude due possibili candidati per il ruolo del protagonista. Né Brad Pitt, né Leonardo DiCaprio, troppo vecchi per interpretare un ragazzo. “Non ho ancora deciso chi scegliere, ma sarà sicuramente qualcuno intorno ai 35 anni. Sarà sicuramente un nuovo attore che non ha ancora lavorato con me“, ha detto Tarantino a Cannes. Per quanto riguarda la location, alcune voci riferiscono che Tarantino abbia ottenuto un credito d’imposta di 20 milioni di dollari dallo stato della California.
Non c’è da sorprendersi visto che Tarantino ama Los Angeles. “Ho iniziato a dirigere film qui ed è solo giusto che giri il mio ultimo film nella capitale del cinema del mondo”, ha spiegato. “Non c’è niente come girare a Hollywood: le troupe sono le migliori con cui abbia mai lavorato, e le location sono incredibili. I produttori ed io siamo entusiasti di girare “Numero 10” (così lo chiama, ndr.) a Los Angeles“.