Abbiamo avuto il piacere e la possibilità di intervistare Maurizio Sciarra che alla Festa del Cinema di Roma 2023 ha portato il suo Il ritorno di Maciste.
Il film racconta la storia di Bartolomeo Pagano, ma anche di un cinema che non c’è più e che ha lasciato un vuoto nella storia della settima arte.
Ci racconta come è nato Il Ritorno di Maciste?
L’idea nasce dalla voglia di raccontare come un lavoratore del porto di Genova diventa un divo internazionale del cinema. Nasce dalla voglia di indagare i porti, luoghi poco raccontati dal nostro cinema, e il primo cinema italiano, quando l’Italia era leader nel mondo, sperimentava e rischiava in una nuova industria innovativa, il cinema appunto.
Che emozioni ha provato nel vedere il suo film alla Festa del Cinema di Roma?
Sno stato in tantissimi festival internazionali, sono stato il primo italiano invitato in Corea del Sud al festival di Pusan, così come a Tokyo e a Shanghai. Ma per me è la prima volta alla festa di Roma. È bello e strano partecipare ad un festival nella città in cui si vive. E stato emozionante vedere il film per la prima volta in sala con il pubblico del festival, ma anche con amici parenti collaboratori del film. E l’accoglienza calda e partecipe del pubblico mi ha finalmente ripagato della fatica che ho fatto per realizzare questo film.
Nel suo film si parla molto del nostro paese e anche tanto del cinema. Qual era il suo intento?
L’intento era quello di parlare della nascita del cinema come industria innovativa e tecnologicamente avanzata in una Italia che viveva la prima industrializzazione e l’avvento della società di massa, con tutti i problemi e le scoperte che tutto ciò comportava.
Il cinema muto italiano spesso viene dimenticato, eppure ha recitato un ruolo fondamentale nella storia della settima arte. Che ne pensa?
Io stesso non conoscevo a fondo il cinema italiano degli anni ‘10, e quello che ne seguì. Eppure quello fu un cinema con grandi innovazioni di linguaggio. Pensiamo a come il ciclo di Maciste si basi sul racconto del cinema sul cinema, delle invenzioni tecnologiche che realizzò, primo fra tutti il carrello, inventato da Pastrone. Un cinema e un periodo da riscoprire e da cui prendere insegnamenti.
Come andrà avanti la promozione del film dopo RFF 2023?
Dopo le prime due proiezioni alla Festa, siamo ancora più determinati a preparare una uscita nelle sale per primavera. Con eventi mirati, grazie al supporto che il Museo del Cinema di Torino ci sta dando, ma coinvolgendo tanti pubblici diversi. Non ultima la comunità del mondo del canottaggio, che scoprirà il suo presidente di federazione nelle vesti di attore. E sarà per loro una bellissima scoperta.
Sta lavorando già a qualcosa di nuovo?
Sono al montaggio di un documentario che celebrerà il centesimo anniversario della nascita di Franco Basaglia, colui che rivoluzionò la psichiatria in Italia e mise fine all’obbrobrio dei manicomi lager. Tutt’altro racconto, tutt’altre emozioni.
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