Recentemente, The Journal ha intervistato un gran numero di spettatori per conoscere la durata ideale di un film per il pubblico. I risultati potrebbero stupirvi
Nel corso degli ultimi decenni, l’industria cinematografica ha profondamente modificato le proprie caratteristiche strutturali, andando a rivalutare quelle indicazioni sistemiche che ne hanno caratterizzato la realizzazione nello scorso secolo.
Il cinema di massa, da sempre interessato all’intrattenimento e al mantenere viva l’attenzione del proprio pubblico, pare aver rifiutato alcune delle peculiarità formali a cui ci si riferiva soltanto fino a pochi anni fa e che, nella teoria, permettevano ad una storia di ottenere quel mordente narrativo, necessario a portare più spettatori possibili in sala.
L’evoluzione della durata di un film
Se si dovesse individuare una durata ideale per un film, che rispetti la struttura aristotelica del racconto – alla quale gran parte del cinema più commerciale ha sempre fatto appello – si potrebbero scegliere, approssimativamente, i 120 minuti totali: con 30 minuti di introduzione, 60 di svolgimento e 30 di conclusione delle dinamiche narrative sviluppate precedentemente, un’altissima percentuale dei film del novecento hanno conquistato l’agognata efficacia narrativa. Tuttavia, oggi, con la globale diffusione delle Serie Tv e la necessità di infarcire le proprie produzioni con più materiale possibile, pare che il cinema commerciale stia pian piano virando verso un generoso aumento del minutaggio necessario a vedere i titoli di cosa.
Se un tempo erano i film più autoriali e sperimentali a rischiare durate bibliche, in questo periodo storico pare la tendenza si sia clamorosamente ribaltata: molti degli autori più raffinati e particolari della nostra epoca (Noah Baumbach o Woody Allen), giungono in sala con lungometraggi brevi, che superano a malapena i 90 minuti. Al contrario, quando si parla delle grandi produzioni, dalle quali ci si aspettano miliardi di dollari incassati, ecco che si superano abbondantemente le due ore. Da Avatar: la via dell’acqua a John Wick 4, passando per Guardiani della Galassia Vol.3, arrivando fino a Oppenheimer, il pubblico sembra premiare queste sorprendenti durate.
Cosa preferisce il pubblico?
Per tentare di razionalizzare tale fenomeno, The Journal ha preso in considerazione un campione di 8000 cinefili, a cui domandare quale sia la durata desiderabile per un lungometraggio. I risultati hanno confermato soltanto in parte la vigorosa tendenza dell’industria: il 27.9% crede ci si debba spingere fino alle due ore e mezza, mentre ben il 34,3% è ancora convinto che due ore sia l’unità di misura da adottare. Sensibilmente meno corposa, ma comunque sorprendente, la percentuale di spettatori a cui tre (12,5%) o quattro ore (12,3%) di film farebbero piacere. Come precedentemente osservato, infine, la percentuale più irrilevante da un punto di vista quantitativo la conquistano i 90 minuti, che sembrerebbero non soddisfare le contemporanee esigenze del pubblico.