Al Festa del Cinema di Roma 2023 abbiamo avuto modo di vedere anche Kripton, film che si interroga sulla malattia mentale e che con stile documentaristico ci racconta la vita di alcuni ragazzi.
Il film di Francesco Munzi ci racconta con delicatezza un mondo tenuto in penombra e che merita luce. Lo fa con sensibilità anche se la sensazione dopo la prima visione è che si tratti di un’occasione sprecata.
In un centro di recupero si intrecciano le vite di vari ragazzi che per diversi motivi affrontano la malattia mentale. La forza di questo film è quella di riuscire a raccontarci il mondo della psichiatria da dentro, con immagini reali e speciali sensazioni che lo rendono ancora più vero, sofferente e molto reale.
Come avrebbe gradito molto il Professor Giorgio De Vincente il regista ci porta di fronte a un cinema moderno che riflette sul dispositivo cinema e gioca con vari materiali. Le immagini in 4:3 che si rincorrono sono vere e proprie opere d’arte, una specie di serigrafia in movimento che ricorda anche il Futurismo soprattutto nelle opere di Balla che con le immagini ha sempre giocato in maniera intelligente.
Sebbene Kripton sia un film forte, quasi un pugno allo stomaco, sarebbe un bene farlo vedere nelle scuole. Questo perché gli adolescenti devono capire anche la presenza di persone che soffrono di queste patologie che non meritano assolutamente l’aggravante del bullismo. Un film scritto in maniera intelligente e con degli spunti che fanno riflettere e permettono allo spettatore di empatizzare. L’Italia purtroppo rimane, sotto molti punti di vista, arretrato sotto questo specifico campo perché le patologie mentali spesso portano a emarginazione e bullismo.
E allora perché parliamo di occasione sprecata? Perché alle volte le immagini sembrano non arrivare a un conclusione, sembrano raccontarci solo parzialmente la realtà senza andare a fondo a questioni che sarebbero state molto interessanti da far vedere. Certo non critichiamo la scelta, perché poi si tratta di arte e di interpretazioni, ma se al film si deve fare un appunto si può dire che quando termina sembra davvero manchi qualcosa.
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