Il mondo del cinema è in crisi: no non è una novità ma adesso sembra essere una certezza e una lunga discesa verso il baratro.
Una prospettiva non rosea che contrasta con le speranze di una ripresa che si erano palesate dopo il Covid. Il post pandemia aveva infatti dato nuovo influsso alla condizione generale di vendita ed entrare al botteghino, c’erano grandi speranze nonostante le condizioni esterne.
Oggi la questione è molto delicata, se il cinema infatti non brillava più – ad esclusione dei blockbuster – strumenti in streaming, video illeciti sul web e anche cambiamenti generazionali hanno portato al colpo finale.
Le prospettive di un cinema che dacade ogni giorno di più
Il mondo si muove diversamente e nessuno sembra avere più tempo per andare al cinema. Il gusto dell’ultima uscita, delle poltrone comode, dei popcorn davanti allo schermo si è ridotto progressivamente. La domanda da porsi oggi è se siano cambiate le modalità di fruizione oppure se ci sia una crisi legata proprio alla produzione.
Guardando ai dati la condizione non è eccellente, L’Esorcista – Il Credente con il ritorno sullo schermo di un classico è primo al botteghino, Assassinio a Venezia anche ha fatto bene, Oppenheimer in Italia molto meno delle attese. La situazione non riguarda solo l’Italia ma l’Europa ed il mondo intero. Sicuramente Cina, Corea, Giappone stanno spingendo molto da questo punto di vista. In America la situazione non brilla ma l’Italia ha severe difficoltà e la cosa ci riguarda da vicino vista l’importanza che la settima arte ha per il mondo culturale.
Se si guarda alla situazione nel suo complesso è possibile notare come vi siano fenomeni sporadici, ad esempio il boom di Barbie che ha battuto ogni previsione. E anche ogni successo precedente, e poi il vuoto. Sono picchi, ma non sono la normalità e non è certo che questo sistema possa sopravvivere solo basandosi sui momenti. Ci sono state tante iniziative a sostegno delle sale ma le chiusure negli anni fanno presagire il peggio.
Al tutto poi si unisce la crisi del settore scaturita anche dallo sciopero degli addetti ai lavori. Che chiedono maggiori garanzie e tutele e condizioni economiche vantaggiose. Se siamo abituati a grandi nomi di star e cifre da capogiro è lecito descrivere che la situazione non è così per tutti. Se i big trainano costi e decisioni in quanto figure imprescindibili per il successo di una pellicola, la cosa non è uguale soprattutto per chi fa il lavoro sporco.
Il tutto senza contare poi la poca passione delle nuove generazioni verso il cinema o meglio delle vecchie modalità di fruizione collettiva. Coloro che sono nati e cresciuti nell’era della velocità, anche mediante il web con strumenti come YouTube, TikTok e simili sono molto più propensi a visualizzare un film quando e come vogliono mediante Netflix, Disney, Amazon Video piuttosto che pagare la stessa cifra di un abbonamento mensile alla piattaforma per una sola pellicola. Questo deve far ragionare sul movimento intrapreso e su quali possano realmente essere le aspettative, al di là del sogno di qualche amatore.