Netflix contro tutti sul cinema in sala: “Non è ciò che vuole la gente”

Parlando della distribuzione in sala, il CEO di Netflix Ted Sarandos ha criticato la concorrenza dei servizi in streaming

Sala o non sala? Questo è il dilemma. E non si tratta soltanto di un dubbio peculiare dei consumatori, ma anche e soprattutto dei produttori, che, in un periodo storico a dir poco delicato per la concezione tradizionale di sala cinematografica, sono costretti a compiere una scelta cruciale ad ogni uscita.

Le opzioni, difatti, sono sostanzialmente tre: portare i propri prodotti direttamente in sala, per un lasso di tempo esclusivo; distribuirli direttamente nei servizi in streaming, oppure adottare una soluzione ibrida, che consiste in una manciata di giorni di esclusività della sala, prima del rilascio on demand. Le principali piattaforme di streaming, che oramai coincidono con le principali aziende produttrici di audiovisivo, hanno tentato ogni possibile strada, ma Netflix sembrerebbe avere ancora le idee piuttosto chiare sul proprio modello di business.

Netflix contro tutti: la sentenza del CEO di Netflix

Ad avanzare una disamina del fenomeno e fornire la propria visione, ecco Ted Sarandos, co-CEO del gigante rosso (Netflix), che aveva già espresso un certo disinteresse verso la questione sale. Secondo Sarandos, infatti, la strategia di altri colossi, come Apple e Disney, che tende a riservare alla sala i primi giorni di distribuzione delle proprie produzioni più importanti, non rappresenta l’unico modello di business possibile: “La gente continua a chiedermi ‘Perché non fate le cose come fanno tutti gli altri?’. Poi guardo i risultati finanziari e penso che forse non è quello che tutta la gente vuole”.

Netflix contro tutti cosa succede
Le ultime dichiarazioni di Ted Sarandos – Velvetcinema.it – foto ansa

Ricordiamo che i vertici di Netflix si erano detti alquanto indifferenti rispetto alla crisi della sala cinematografica, specificando che il proprio core business non risiedesse nel portare il pubblico in sala, ma nel fornire agli spettatori dei prodotti accattivanti, capaci di catturarne l’attenzione.

Sarandos, ha poi proseguito: “I film non tendono ad essere più grandi solo perché hanno avuto successo al botteghino. Per quel che ci riguarda, abbiamo semplicemente creato una finestra diversa per generare domanda. Soddisfiamo quella domanda, la domanda che generiamo su Netflix, e questo è il nostro core business“.

Sarandos precisa: “[I film in sala] non hanno necessariamente un successo maggiore rispetto ai nostri film originali. La teoria alla base è che devi proiettare i film in sala per un certo periodo di tempo prima di offrirli ai tuoi abbonati che, peraltro, hanno contribuito a realizzare il film pagando l’abbonamento. Non credo che il vero vantaggio sia a favore del consumatore”. Una punto di vista difficilmente confutabile, anche e soprattutto considerando i modesti, se non deludenti, risultati che la gran parte delle produzioni Apple e Disney hanno fatto registrare al botteghino.

La sala è davvero fondamentale?

A sostegno della tesi di Sarandos, basti pensare a The Last Duel di Ridley Scott… Il gioiello del regista di Blade Runner, infatti, durante la sua permanenza in sala, sembrava destinato ai vertici delle classifiche dedicate ai box office più fallimentari della storia (30 milioni incassati a fronte dei 100 investiti), tuttavia, il successivo approdo su Disney Plus, ne ha decretato il successo, ribaltando clamorosamente gli esiti dell’operazione.

La sala del cinema è fondamentale
Ben Affleck in The Last Duel (2021) – Velvetcinema.it

Dunque… come in seguito evidenziato da Ben Affleck, sono soltanto le produzioni più smaccatamente commerciali a trovare nella sala un terreno fertile… al contrario, quelle pellicole che si rivolgono ad un pubblico meno interessato ad esplosioni e grandi star in calzamaglia, possono rifugiarsi serenamente nel mondo dello streaming, dove risiedono svariati contenuti di qualità, come lo stesso The Last Duel.

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