Fra pochi giorni su Prime Video uscirà la trasposizione per il piccolo schermo della vicenda, non tutti sanno com’è andata veramente
Siamo agli sgoccioli, venerdì 13 ottobre sbarcheranno su Prime Video gli attesissimi 8 episodi di Everybody Loves Diamonds, la produzione tutta italiana che racconta quella che è passata alla storia come ‘La rapina del secolo’. Il ‘colpo di Anversa’ architettato a puntino da Leonardo Notarbartolo è stato tra i più clamorosi mai messi in atto.
Era il febbraio del 2003, il furto di gioielli si concretizza Antwerp World Diamond Center di Anversa, la città belga – la seconda più grande dopo la capitale Bruxelles – che ospita tra le altre cose il famoso ‘Quartiere dei Diamanti’, dove da sempre si svolgono gli affari legati a questo tipo di commercio.
La storia vera di Leonardo Notarbartolo, autore della ‘rapina del secolo’
Otto episodi per riassumere una delle storie più avvincenti del ventunesimo secolo, Everybody Loves Diamonds è la serie TV di Prime Video che proverà a farlo. È a disposizione per lo streaming su Prime Video a partire dal 13 ottobre, gli eventi sono quelli che hanno raccontato in maniera approfondita i giornali dell’epoca. Era il 2003, non proprio tutti sono a conoscenza dei dettagli su quello che è stato forse il colpo più assurdo di tutti i tempi.
A interpretare il palermitano Leonardo Notarbartolo sarà Kim Rossi Stuart, abile nel vestire i panni di colui che ha architettato la grandiosa rapina all’Antwerp World Diamond Center di Anversa. Quest’ultima è una città rinomata per il suo storico legame con i gioielli, essendo presente anche quello che viene chiamato il ‘Quartiere dei Diamanti‘.
Il clamoroso furto va in scena nella notte a cavallo tra il 15 e il 16 febbraio, Notarbartolo e la sua banda trafugarono ben 123 cassette di sicurezza sulle 160 totali del caveau per un bottino complessivo di oltre 150 milioni di dollari. Ogni componente della ‘squadra’ ha contribuito alla buona riuscita, visto l’alta specializzazione di cui potevano vantare – tutti provenienti dall’allora nota ‘scuola di Torino’.
Qual è stato il loro segreto? Superare magistralmente un complesso sistema di sicurezza che fino ad allora aveva permesso di allontanare potenziali malfattori dal caveau, in particolare, ma anche dall’intero edificio. C’erano rivelatori di calore a raggi infrarossi, un radar Doppler e un lucchetto con 100 milioni di combinazioni possibili. Al momento dell’arresto non tutta la refurtiva fu rinvenuta, parte del tesoro sarebbe sopravvissuto alla razzia degli agenti.