The Creator è il film che in sala sta spopolando e in molti stanno riflettendo sul suo significato dopo averlo visto.
L’intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante nell’ultimo periodo. Per molti è già parte integrante della propria vita o del proprio lavoro. Alcuni sono spaventati da questo progresso tecnologico perché pensano che possa arrivare a sostituire gli umani mentre altri credono che sia la naturale evoluzione del progresso scientifico.
Il film “The Creator” in sala in questi giorni, fa riflettere gli spettatori su questo punto. Fino a quando si evolveranno le IA? E sono davvero una minaccia per l’umanità? La risposta che da il film potrebbe stupire qualcuno.
The Creator: il film spaventa o rassicura?
La trama di “The Creator” del regista Gareth Edwards a grandi linee è molto semplice. Un’IA tecnologicamente avanzata è impazzita e ha lanciato una testata nucleare su Los Angeles, dando inizio a una guerra tra umani e robot.
Gli USA si oppongono allo sviluppo ma gli stati asiatici invece accolgono il progresso e non vogliono rinunciare alle IA. Inizierà una sorta di Terza Guerra Mondiale e al centro ci sarà un soldato, interpretato da John David Washington, che ha un compito particolare: recuperare un’arma segreta in Asia sviluppata da un’IA. Tuttavia, l’arma avanzata in realtà è una bambina ibrida tra uomo e robot e ciò farà entrare in crisi il soldato.
Dopo la rivelazione dell’arma segreta, il protagonista e gli spettatori si pongono dinanzi un quesito etico: come considerare l’IA? Gli antagonisti del film, gli esseri umani, sono spaventati da questa tecnologia e sono pronti a tutto pur di distruggerla mentre gli esseri robotici senzienti sembrano avere solo un desiderio: vivere.
Quindi, occorre davvero avere paura dell’Intelligenza Artificiale? O forse sono le nostre insicurezze a farci avere pressioni nella nostra vita? Forse si cerca solo un capro espiatorio per i propri fallimenti e l’IA sembra essere perfetta per bloccarci e farci dire: “Non ho più un lavoro, non ho più un futuro, tutti i miei progetti andranno in fumo a causa del progresso tecnologico”.
Invece di avere quest’atteggiamento, bisognerebbe considerare l’Intelligenza Artificiale come uno strumento: non una minaccia che può comandare l’uomo ma un alleato che permette di garantire maggior benessere e migliori opportunità. Come per altri temi sociali ed etici il problema principale nei confronti dell’IA sembra essere chiaro: la paura del “diverso” e dell’ignoto.
Ma se si cerca di conoscere a fondo il mondo dell’Intelligenza Artificiale e si segue da vicino il suo sviluppo, allora si può smettere di avere paura. In definitiva, se si entra nell’ottica giusta, allora l’IA non comanderà mai l’umanità: anche se si dovessero sviluppare IA avanzatissime, collaborando con loro si può trovare la giusta soluzione per problemi che affliggono l’umanità.