Ispirato dall’Otello di Shakespeare ha interpretato Jago in Non sono quello che sono, in un’intervista ha raccontato la metamorfosi
Come da sempre ha cercato di fare nella sua esperienza da regista, Edoardo Leo anche nell’ultimo Non sono quello che sono porta in sala un tema molto delicato, quello del femminicidio. “In qualche modo ho sempre fatto così: anche nelle commedie più divertenti ho affrontato argomenti come crisi economica, fallimento personale e lavoro”, racconta in un’intervista a Il Messaggero.
La violenza contro le donne però sta facendo registrare numeri ormai impressionanti e preoccupanti: “Nel 2023 finora siamo arrivati a 79 donne ammazzate, quindi viviamo un’emergenza”. Così ha deciso di attingere a piene mani dal capolavoro shakespeariano Otello, rivisitandolo in chiave moderna e ambientandolo a Ostia, immergendolo nella malavita della periferia romana. Il suo nuovo lavoro dovrebbe uscire nelle sale il 25 aprile del 2024 ma è stato già presentato al Locarno Film Festival.
Edoardo Leo si trasforma nel nuovo film: “Non mi sono riconosciuto”
Interpreta Jago nella sua nuova pellicola Edoardo Leo, intitolata Non sono quello che sono, e vestirne i panni non è stato assolutamente facile, come ha spiegato ai microfoni de Il Messaggero. L’obiettivo con questo progetto era scrollarsi dalle spalle “l’etichetta del bello e simpatico” che tutti gli attori di successo “si ritrovano addosso inevitabilmente”.
Tuttavia, ha sentito il bisogno di cambiare e di farlo radicalmente per non rimanere impantanato nel “recinto dorato delle commedie” – che però non è arrivato a odiare, anzi. “Woody Allen dice che il pubblico vuole vedere sempre le stesse cose, ogni tanto per migliorare bisogna avere il coraggio di deluderlo”, le parole del regista sono risuonate nella sua mente, è evidente.
E così, per abbandonare l’immagine del “ragazzo con le spalle larghe che fa le foto glamour con lo smoking” ha deciso di tramutarsi in qualcosa di opposto. È anche per questo motivo che prima di iniziare le riprese è ingrassato oltre venti kg: “Ci sono voluti poco più di tre mesi per ottenere quel risultato, prendere 22 chili è stato bellissimo. Dieta? Pasta a pranzo e cena, tutti i giorni. Per perderli, poi, è stato un inferno, se n’è andato un anno”.
Un sacrificio che però fa parte del mestiere dell’attore, che per continuare a crescere deve inevitabilmente sottoporsi a sfide sempre nuove, onde evitare di scadere nella banalità: “Trasformarsi fa parte di questo lavoro, è bello diventare un altro. Devo ammettere che a livello mentale è stato faticoso e doloroso ma sono soddisfatto del risultato: rivedendomi non mi sono riconosciuto”.