Quali sono i segreti di Shutter Island la pellicola piena di mistero e inquietudine del regista Martin Scorsese.
Il film ‘Shutter Island’ è uscito nel 2010 e rimane uno dei lavori più particolari del noto regista newyorkese. Un tassello della sua filmografia che tratta un genere a cui il regista non è avvezzo. Un thriller psicologico basato sul romanzo di Dennis Lehane
Nel cast oltre al pupillo di Scorsese, Leonardo DiCaprio, anche Mark Ruffalo. La trama del film parla di due sceriffi che si recano presso una struttura psichiatrica, collocata appunto su un’isola, per indagare sulla scomparsa di una donna. La clinica si chiama Ashecliffe la paziente scomparsa è Rachel Dolando.
Leonardo DiCaprio è Edward ‘Teddy’ Daniels, Mark Ruffalo Chuck Aule. Nel corso delle indagini i due si rendono conto che l’istituto è permeato da un’aura oscura e inquietante. Si genera un’ atmosfera pregna di paranoia che porterà i due a dubitare di qualunque cosa.
‘Shutter Island’ è uno di quei film dalla natura talmente tortuosa da poter essere visto più e più volte per scoprire ogni volta nuovi dettagli e sfumature passate inosservate durante le visioni precedenti. Ma quali sono i suoi segreti o i dettagli che non tutti hanno notato visionando la nota pellicola? Attenzione agli spoiler nei prossimi paragrafi.
I segreti di Shutter Island: la visione di Martin Scorsese di una delle sue pellicole più inquietanti
Martin Scorsese naturalmente ha curato ogni dettaglio del film, con l’intento di far sprofondare lo spettatore nella sua angosciante atmosfera in modo totale. A partire dalla musica, come sempre fondamentale in questo senso.
All’inizio del film il regista ha inserito una canzone del compositore György Ligeti, chiamata ‘Lontano’ che è apparsa anche in uno degli horror più amati di sempre, ‘The Shining’ di Stanley Kubrick in diversi momenti di tensione. Questo per far capire fin da subito al pubblico quale sarebbe stata la loro sorte se avessero proseguito con la visione del film.
Nell’ospedale i degenti sono dei pericolosi criminali con alle loro spalle reati pesanti. Ad un certo punto si ode uno di loro sussurrare una frase agghiacciante: “Fermami prima che uccida altri”. L’affermazione tanto inquietante probabilmente è ispirata ad un serial killer realmente esistito, attivo a Chicago negli anni ’40: William Heirens.
L’uomo era noto come ‘l’assassino del rossetto’, dopo il suo arresto, divenne uno dei prigionieri più longevi dell’Illinois, avendo trascorso oltre 65 anni in prigione. In realtà la sua frase, scritta con il rossetto sul muro dell’appartamento di una delle sue vittime, era leggermente differente: “Per l’amore del cielo, prendimi prima che uccida di più, non riesco a controllarmi”.
Uno dei colpi di scena più importanti del film arriva con la rivelazione che Chuck, il partner di Daniels, non è un poliziotto ma uno psichiatra dello stesso ospedale dove stanno svolgendo le indagini. Un particolare che in realtà si rende palese fin dall’inizio, quando ai due viene chiesto di consegnare le armi, appare evidente che Chuck non riesce a maneggiare la pistola in modo adeguato.
Poi più avanti nel film, Daniels interroga Peter Breene (Christopher Denham) e la situazione inizia presto a sfuggire di mano. Ad un certo punto, il rumore che produce con il taccuino, irrita il paziente e lo rende ostile. Questo provoca un alterco fisico tra i due e Chuck riporta Daniels al suo posto con la mano sinistra.
Ma allo stesso tempo, possiamo vedere la sua mano destra fare cenno al personale dell’ospedale per far riportare Peter nel suo reparto. Questo fa comprendere di come Chuck fosse quindi responsabile dell’intera situazione.
Per tutto il film nell’ospedale aleggia un’atmosfera di disagio. Ad un certo punto Teddy Daniels nota che alcune guardie appaiono nervose in modo evidente. In quel momento il nervosismo sembrerebbe connesso alla questione della paziente scomparsa.
Alla fine del film si capisce che invece era connesso a ben altro. Viene infatti rivelato che Daniels è in realtà lui stesso un paziente dell’ospedale, a cui è stato permesso di vivere la sua fantasia. Quella di essere uno sceriffo americano che indaga su un caso. Il tutto nella speranza che questo lo aiuti ad uscire dalle sue paranoie e ad accettare la verità sul suo tragico passato. Di conseguenza quando le guardie dicono di essere nervose, ciò a cui si riferiscono è questo: il fatto che Daniels, il paziente più pericoloso dell’intero ospedale, è in libertà.
Dal canto loro anche i criminali presenti nell’istituto che vengono interrogati dai due finti sceriffi, portano avanti la farsa. Uno dei primi pazienti che incontra Daniels lo saluta e ride. Un altro si porta un dito alle labbra in segno di cospirazione. Dal loro punto di vista probabilmente è piuttosto divertente vedere un loro ‘collega’ mettere in scena questo ‘teatrino’.
Il momento cruciale del film è senza dubbio racchiuso nella scena del lago, quando Daniels si rende conto che la moglie ha ucciso i loro figli. L’atto che da vita all’instabilità mentale dell’uomo e lo fa piombare nel caos. Siamo testimoni di questi avvenimenti tramite flashback e alcune parti di queste scene sono girate al contrario.
Vi è ad esempio una scena che si interrompe con Daniels che fuma, se vista da vicino si nota il fumo che entra nella sua sigaretta invece di uscire. Anche la moglie Dolores, interpretata da Michelle Williams, può essere vista mentre si allontana all’indietro dal lago.
Scorsese con questo tipo di effetto voleva chiaramente ricreare nella sua narrazione uno stato onirico. Con l’intento di far percepire al pubblico che qualcosa non va. Esattamente quello che prova Andrew quando rientra a casa e fa la terribile scoperta.
Come comprendiamo verso la fine del film, tutto ciò che abbiamo visto in “Shutter Island” è stato un tentativo da parte dello staff dell’ospedale di Ashecliffe di rompere le illusioni di Andrew consentendogli di interpretare il ruolo dello sceriffo americano Teddy Daniels. E nei momenti finali del film, scopriamo che il trattamento ha funzionato, almeno per un po’, e Andrew ricorda il suo vero sé.
Che il trattamento sta dando i suoi frutti in realtà ci viene suggerito da un piccolo dettaglio. Il personaggio di DiCaprio crede che un piromane di nome Andrew Laeddis abbia ucciso sua moglie in un incendio. Dato che la mente di Daniels sta cercando di convincersi di non essere Andrew in persona, non è in grado di accendere i fiammiferi per le sigarette. Dopotutto, nella mente di Daniels, il fuoco è inestricabilmente legato ad Andrew, quindi è qualcosa da evitare.
Tuttavia, più avanti nel film, vediamo Daniels iniziare ad accendere i propri fiammiferi, suggerendo che sta iniziando ad accettare la verità sulla sua relazione con Andrew, rivelando che il trattamento sta effettivamente funzionando.
Scorsese nel film utilizza spesso due elementi per simboleggiare la negazione e l’accettazione: il fuoco e l’acqua. Il fuoco rappresenta la negazione della vera identità di Daniels, ed è per questo che è sempre ben visibile ogni volta che soffre di un’illusione. Il tutto è connesso naturalmente alla morte della moglie. L’acqua rappresenta il viaggio di Daniels verso l’accettazione della verità su se stesso.