Esordio alla regia per Micaela Ramazzotti: Felicità racconta la drammaticità famigliare e il tentativo di sfuggire disperatamente da essa.
Reduce da anni di esperienza che le hanno permesso di costruire la sua essenza di artista, Micaela Ramazzotti debutta al Festival di Venezia con il suo primo esordio alla regia. Felicità – nelle sale dal 21 settembre 2023 – contiene tutto ciò che ha condotto l’attrice al successo. I drammi esistenziali del genere umano, uniti all’egoismo e al narcisismo, rappresentano i punti cardine di una fitta e soffocante rete che avvolge la protagonista. Desirè è schiacciata da figure maschili instabili e prevaricanti, contrapposte alla figura del fratello Claudio – emotivamente instabile, fragile ed irrimediabilmente depresso.
Conquista così il Premio degli spettatori – Armani Beauty e ringrazia tutti coloro che hanno creduto, e credono ancora, nel suo talento. “Ci ho messo l’anima per arrivare al vostro cuore” – le parole dell’attrice e regista – “se sono qui, è grazie a tutti voi”. Così Micaela Ramazzotti ha sensibilizzato la platea in merito alla ricerca estenuante della felicità e soprattutto alla continua lotta contro i mostri del passato che troppo spesso influenzano il nostro futuro.
Felicità, debutto alla regia di Micaela Ramazzotti
Il film racconta delle vicissitudini che vedono coinvolti i personaggi di Desirè e Claudio. La prima, una donna estremamente docile, concentra la sua esistenza nel costante tentativo di compiacere il padre e il compagno; il fratello cade in depressione, travolto dalle difficoltà famigliari e dall’evidente rapporto disfunzionale con i genitori. E mentre la protagonista combatte contro il senso di inadeguatezza, Claudio si abbandona alla sofferenza e perde completamente il senso della realtà.
Desirè capisce di essere l’unica ad avere il potere di aiutare il giovane e decide quindi di dedicargli anima e amore per poterlo recuperare dal buio che lo sovrasta. Sola contro tutti, con il solo obiettivo di salvare suo fratello. Nel frattempo, il padre (nel film Max Tortora) si concentra sulla sua paradossale carriera. Ci pensa Bruno, compagno della protagonista, ad alimentare questo senso di pesantezza associato alla figura di Desirè.
“Mi cammini sempre davanti” – esordisce in scena Micaela Ramazzotti, in risposta ai continui soprusi e mancanze di rispetto da parte di colui che, al contrario, dovrebbe amarla incondizionatamente e sostenerla. La regista descrive infine la sua protagonista come “una donna imperfetta, ingenua, un po’ bugiarda e anche patetica” – una figura che le ha permesso di esplorare la più fragile interiorità della natura umana.