A distanza di anni, Carlo Verdone ricorda con orgoglio e un filo di nostalgia il primo incontro con la bellissima attrice divenuta famosa grazie a Borotalco.
Ci sono film destinati a cambiare il destino di alcuni attori, nonché a rimanere impressi nel mondo del cinema italiano. Borotalco è la commedia di Carlo Verdone che è diventata un cult solo successivamente, dopo poco meno di quarant’anni dalla sua uscita nel 1982. La ricerca dell’idea per il film durò circa un anno, ossia fino al momento in cui Carlo Verdone e il co-sceneggiatore Enrico Ordini non trovarono il giusto personaggio in grado di bilanciare comicità e componente narrativa. Per Carlo Verdone quella era una pellicola davvero importante, visto che è sempre stato consapevole che i suoi lavori precedenti risentivano del carattere caricaturale del cabaret e lui voleva dimostrare di riuscire ad ideare una pellicola con un’unica storia e un unico protagonista. In cuor suo sapeva l’impressione del film Borotalco avrebbe avuto un impatto significativo sulla sua carriera.
Poi conobbe Moana Pozzi, colei che debuttò grazie a lui e alla sua pellicola. L’attrice deceduta nel 1993, era una giovane 21enne che stava dormendo nella casa di un’attrice, Antonella. La troupe nel frattempo stava cercando un appartamento che potesse essere adatto al personaggio Nadia Vandelli in Borotalco. A raccontare quanto accaduto è stato lo stesso Verdone a distanza di 34 anni.
Il lato B di Moana Pozzi e il successo in Borotalco
Con un certo orgoglio e un velo di malinconia, Carlo Verdone racconta in un lungo post su Facebook l’incontro con la bellissima Moana. “Un giorno ero in giro per sopralluoghi e dovevo trovare un appartamento che potesse esser adatto al personaggio di Nadia Vandelli (Eleonora Giorgi) in ‘Borotalco’. Finimmo a Trastevere vicino Via Aurelio Saffi: lì ci aprì una attrice, Antonella, amica dell’organizzatore, che ci voleva far vedere il suo appartamento. Mi sembrava adatto ma mancava una stanza. ‘C’è un’altra stanza’, rispose. “Solo che ci sta dormendo una mia amica …”.
Tuttavia, il regista aveva bisogno di vedere l’intero appartamento, ma un altro pensiero pervase la sua mente: “Era quasi l’una passata e questa amica ancora dormiva? – continua Verdone -. Già pensavo al genere di ragazza che poteva essere: aspirante attrice che torna a dormire alle 5 di mattina. ‘Aspettiamo un quarto d’ora … e semmai torneremo’, dissi rassegnato. Ma la ragazza, che ci teneva ad affittare l’appartamento, ebbe uno scatto. ‘No, no … Mo’ la sveglio e che diamine’. Entrò spalancando la porta e le persiane: la stanza si inondò di luce e uno splendido sedere ci apparve in primo piano sul lettino … restammo senza fiato”.
Una volta entrati nella stanza, “Nessuno guardava la stanza ma il corpo di quella ragazza misteriosa, tanto che il direttore di produzione s’incazzo’:
” Oh … ma dovete vede’ ‘n culo o ‘na location ? E annamo su !”.
“L’appartamento per me era ok, e lo era anche per Ennio Guarnieri, il direttore della fotografia: fissammo le date e salutammo”. Tuttavia, Verdone, non contento del solo appartamento, volle quella ragazza nel suo film. Moana si era trasferita a Roma per fare l’attrice e non rifiutò di certo la proposta.
“E così, per caso – conclude il regista -, grazie ad un fondoschiena da infarto, Moana Pozzi debuttò per la prima volta nel Cinema con me. Le feci fare pure il bagno nuda nella piscina dell’attico di Fantoni sulla Magliana”. Lui stesso nel post ricorda con stupore l’accaduto e quanto la vita delle volte possa riservare sorprese inaspettate.