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La storia vera dietro L’Esorcista: fa più paura del film

Nel 1973 usciva “L’esorcista”, uno dei film horror più iconici di tutti i tempi: la storia vera dietro la pellicola, da brividi!

In un’epoca in cui gli effetti speciali non erano ancora all’avanguardia come oggi, l’Esorcista riuscì nell’intento di terrorizzare intere generazioni. Ancora oggi è considerato uno degli horror meglio riusciti ed è stato il precursore di un genere che è giunto fino a noi con una serie infinita di pellicole basate sullo stesso argomento. Pochi sanno, però, che l’iconico film è stato ispirato da una storia vera che, possiamo ammetterlo, va venire i brividi tanto quanto la trasposizione cinematografica.

I più appassionati sapranno che la pellicola si basa sul romanzo di William Peter Blatty. Scrittore e sceneggiatore, ma anche regista e produttore, Blatty si appassionò ad una vicenda accaduta nel Maryland intorno agli anni ’40. Che, pare, sarebbe diventata proprio la base de “L’Esorcista”.

L’Esorcista, storia vera? L’ispirazione per il romanzo in Maryland

La trama del film la conosciamo bene e vede protagonista la piccola Regan, che si scopre posseduta e di padre Karras, uno dei sacerdoti che cercano di liberarla praticando un’esorcismo. Senza spoilerare entrando nei dettagli, (qualcuno potrebbe non aver mai visto il film e decidere di rimediare), la storia si spiana tra indagini per omicidi, eventi soprannaturali, questioni di fede e personaggi indimenticabili. Ma qual è la storia vera dietro la pellicola?

Dal romanzo al film: la storia de “L’Esorcista” – credits youtube@giuliocecere – velvetcinema.it

A quanto pare, il già citato Blatty venne a conoscenza di una vicenda avvenuta in Maryland. Protagonista era il giovane Roland, un quindicenne. Questi, particolarmente introverso, alla perdita della zia avrebbe deciso di cercare di contattarla servendosi di una tavoletta OuiJa. Da quel momento, eventi paranormali avrebbe iniziato ad accadergli, tanto che la famiglia avrebbe deciso di rivolgersi ad un parapiscologo.

Questi, J.B. Rhine, a seguito di una notte trascorsa con Roland, avrebbe consigliato ai suoi familiari di contattare un prete che, vista la situazione del ragazzo ormai aggravatasi tanto da far pensare ad una possessione, consigliò a sua volta un esorcismo (poi divenuti diversi).

Durante uno di questi, pare che Roland, posseduto, fosse riuscito perfino a liberarsi e ferire il prete utilizzando una delle molle del suo letto. Ad oggi, pare che il nome Roland sia uno pseudonimo scelto dallo scrittore per proteggere la privacy del vero protagonista della vicenda. Ciò che è certo, invece, è che oggi, “L’Esorcista” è uno dei capolavori indimenticabili del cinema.

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Angelica Gagliardi

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