Fabrizio Bracconeri è un personaggio che in televisione e al cinema ha fatto la storia del nostro spettacolo tra I Ragazzi della Terza C, Forum e tanto altro ancora.
Abbiamo avuto l’opportunità e il piacere di intervistarlo andando a ripercorre la sua carriera dagli esordi con Carlo Verdone passando per Forum e arrivando a Youtube.
Moltissime persone ti ricordano come Bruno Sacchi, quello de I Ragazzi della Terza C. Ti fa piacere, nonostante tu abbia fatto tantissime cose in carriera?
“Mi fa piacere essere riconosciuto come Bruno Sacchi, vuol dire che il tempo passa ma la faccia rimane riconoscibile. Certe volte non riconosco attori quando lo incontro dopo pochi anni. Non sono un grande fisionomista, vuol dire che la mia faccia è entrata ben in testa. Ci sono quelle persone che bucano il video, certi attori bravissimi e famosissimi gli incontri per strada e non ci fai caso che sono loro perché non bucano il video”.
Che ricordi hai di quella iconica serie tv?
“Per me sono ricordi indelebili. Siamo tutti amici, abbiamo una chat comune tutti quanti. Proviamo ogni tanto a organizzare una cena, ci siamo riusciti un paio di volte. Mettere insieme nove persone che uno abita qua, uno là, uno a Roma, uno a Torino non è facile. C’è un fanclub che organizza queste cose, ma non è sempre facile. Il ricordo è nel cuore”.
Il tuo esordio però con Arrivano i gatti e soprattutto con l’iconico ruolo in Acqua e Sapone…
“Dici bene, il mio esordio è stato in Arrivano i gatti, poi ho subito fatto una parte importante con Carlo Verdone da lì è iniziato tutto per fare questo lavoro che mi ha permesso di fare tante cose televisione, cinema, teatro anche se di quest’ultimo si parla poco. Ho fatto Pirandello, il Don Chicotte, ne ho fatte di cose. Ho fatto il lavoro che mi piace, questa è la fortuna soprattutto perché ti pagano e ti pagavano pure bene”.
Sei sempre stato un personaggio poliedrico e in televisione hai fatto tantissime cose, tra cui Forum. Che ricordo porti dentro di quel programma e delle persone con cui hai lavorato?
“Sì è vero in televisione ho fatto tante cose, il programma più visto e fatto più a lungo è stato Forum. Era un programma in diretta tutti i giorni e non è da tutti, l’ho fatto per diciassette anni la mattina e il pomeriggio e registravamo le puntate di magazzino per il sabato e per varie eventualità come scioperi o magari impossibilità. Eravamo sempre pronti con una puntata di riserva. Due pomeriggi a settimana registravamo per magazzino e per il sabato quando non andavamo in diretta. Con Rita Dalla Chiesa ho un rapporto profondo così come con Marco Senise, con tutti coloro che lavoravano nella produzione, gli autori, è chiaro che non è sempre tutto rosa e fiori. Succede sempre che litighi e qualcosa non va bene, mettere d’accordo 100 persone non è sempre facile. Per Forum ha avuto un grande successo, funziona e i risultati danno le risposte”.
Sei anche scrittore, con all’attivo due libri. Ti piace scrivere e raccontare qualcosa in più di te?
“Non mi sento uno scrittore, mi sento uno che è stato coinvolto a fare una scelta e devo dire che se tornassi indietro rifarei la stessa cosa ma non con quello editore. Non mi sono trovato bene con Santelli Editore, rapporto inesistente, spariscono, il libro è in classifica su Amazon tra i più venduti ma non si sa quante copie abbia venduto. Non hanno fatto nemmeno una conferenza stampa. Tutto quello che ho organizzato l’ho fatto io”.
Ti sei speso molto nel sociale, da cosa nasce la tua voglia di aiutare e di essere sempre generoso?
“Nel sociale ci sto perché avendo un problema con mio figlio Emanuele, che è autistico grave e non è autonomo, allora ho capito se non sei abbastanza forte economicamente non puoi permetterti alcune cose e credo non sia giusto. La disabilità deve essere trattata allo stesso modo senza guardare lo status familiare. Sia i ricchi che i poveri se sei disabile devi essere curato. Se nasci con una famiglia povera hai doppio handicap e non può essere così”.
Negli ultimi mesi ti sei dedicato al progetto “A Muso Duro”, cosa ci puoi raccontare in questo senso?
“È un programma che fa parlare la gente a muso duro e che in tv non ti fanno dire, è scomodo e non te lo fanno tirare fuori. Qui si può dire quello che si pensa, sempre rispettando tutti, in modo educato, ma gli ospiti sono pronti a dire quello che pensano specificando cosa non gli piace senza parlare di destra, sinistra, centro, sopra o sotta. Se una cosa non funziona non importa se sia di destra o sinistra. Oppure c’è qualcuno che ha sistemato i problemi e ce li racconta”.
Senza dimenticare Ricomincio a vivere…
“Racconto delle persone che hanno vissuto il problema di sovraindebitamento con cartelle magari da milioni di euro e per far fronte a questo castello impossibile da pagare qualcuno si è suicidato. Hanno fatto una legge che si chiama “salva suicidi” e Ricomincio a vivere parla di queste persone che attraverso questa legge 3 sono stati salvati. Ci raccontano cosa hanno vissuto nel tunnel del telefono a cui non puoi rispondere, vai a lavoro e non ti concentri perché ti arrivano le telefonate dalle finanziarie. Parliamo di imprenditori, impiegati, statali. Tutti possiamo cadere nel sovraindebitamento. Basta che hai una busta paga e certe volte le banche se ne approfittano, danno crediti e poi questi te li prendono tutti insieme quando vedono che salti una cartella”.
E per il futuro?
“Mi piacerebbe fare A muso duro e Ricomincio a vivere su una rete nazionale, Mediaset o Rai per portarla nella casa di tutti. Youtube sento che è uno strumento per giovani e chi ha questi problemi è una persona solitamente grande e credo che il mezzo più utile per far capire questo problema sia la televisione”.