‘Jurassic Park’, il film cult di Steven Spielberg ha compiuto trent’anni. Quali sono le curiosità su questa memorabile pellicola.
Steven Spielberg, regista innovativo come sempre e geniale nei suoi lavori. Ogni suo film lascia il segno, da ‘Lo Squalo’ a ‘ET.’ Passando per ‘Jurassic Park’.
Jurassic Park è un film di Steven Spielberg del 1993, basato sul romanzo omonimo di Michael Crichton. Il film parla di un progetto che vede i dinosauri riportati in vita e collocati in un enorme parco. Questi naturalmente, a causa di una serie di eventi, escono dalle loro gabbie iniziano ad attaccare l’uomo.
Jurassic Park, un pezzo di storia del cinema: quali sono le curiosità e i fatti meno noti
Rispetto al libro, il film venne edulcorato. Nella pellicola non sono infatti presenti alcuni momenti di violenza riportati invece nelle pagine del libro. Gli attori protagonisti sono Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum. Le riprese del film durarono dal 24 agosto al 30 novembre 1992, e avvennero nelle isole hawaiane di Kauai e Oahu, in Costa Rica, nella Repubblica Dominicana e in California. Jurassic Park è considerato il primo film con un budget elevato a fare uso di CGI (le immagini generate dal computer).
Il film venne accolto molto bene da critica e pubblico. Amato in particolar modo per gli effetti speciali, elogiato anche per le interpretazioni e la colonna sonora (di John Williams). Vinse tre Premi Oscar ed incassò ben 920 milioni di dollari, con un budget di 63 milioni. Fu il miglior successo cinematografico del 1993.
Al primo capitolo ne seguirono cinque sequel: ‘Il mondo perduto – Jurassic Park’ del 1997, ‘Jurassic Park III’ del 2001, ‘Jurassic World’ del 2015, ‘Jurassic World – Il regno distrutto’, del 2018 e ‘Jurassic World – Il dominio’ del 2022. Nel 2018 il film venne scelto per essere conservato nel National Film Registry degli Stati Uniti dalla Biblioteca del Congresso le motivazioni sono: “Culturalmente, storicamente o esteticamente significativo”.
Una delle curiosità meno note è che il romanzo di Michael Crichton fu al centro di un’importante battaglia tra le case di produzione americane. Ad averla vinta la Universal ma la pre-produzione del film ebbe inizio senza la versione definitiva del libro. Steven Spielberg dovette infatti iniziare a lavorare con una bozza dello scrittore che venne poi notevolmente modificata in corso d’opera.
Il T-Rex, che paura, uno dei grandi protagonisti. Negli incubi dei ragazzini che videro il film al cinema in quel lontano 1993. Il bestione era un enorme dinosauro realizzato in animatronic a grandezza naturale, quindi alto 6 metri e lungo 12, del peso di 6 tonnellate. Per un personaggio tanto imponente non potevano certo venir meno i problemi di egual stazza, ovvero: ogni volta che il T-Rex si bagnava, il suo rivestimento assorbiva l’acqua rendendo difficoltosi i suoi movimenti ed eccessivamente sbilanciato il dinosauro.
Il rimedio? Asciugacapelli e spugne assorbenti. Un problema analogo Spielberg lo ebbe per il suo squalo nel film appunto ‘Lo Squalo’, il buon vecchio Bruce, pluridanneggiato dal sale dell’oceano dove andarono a girare le sequenze del film.
Per questo motivo, il T-Rex terrorizzò più volte la troupe sul set, la produttrice Kathleen Kennedy, ha ricordato: “Il T-Rex faceva venire i brividi a volte. Ci spaventava a morte. Accadeva, ad esempio, durante la pausa pranzo, che cominciasse a muoversi da solo. All’inizio noi non sapevo cosa stesse succedendo, e poi ci siamo resi conto che era a causa della pioggia. Ma ci siamo presi un bello spavento, le prime volte.”
Non solo T-Rex ma anche i Velociraptor sono stati temibili protagonisti del film. Spielberg non era soddisfatto della loro taglia ‘originale’ voleva che fossero alti circa un metro e mezzo. Durante le riprese i paleontologi scoprirono alcuni esemplari alti proprio intorno al metro e mezzo che vennero chiamati Utahraptors. Spielberg voleva inoltre che fossero simili agli uccelli, che muovessero la testa come fa un pollo, perché dessero l’idea di essere più minacciosi e più scaltri.
Il cast di Jurassic Park: una corsa contro il tempo
Il film deve il suo successo soprattutto al cast. Per metterlo insieme ci volle molto tempo. Il personaggio di Alan Grant, ad esempio, era stato offerto ad Harrison Ford, che rifiutò e passò la palla a Sam Neill. Per il ruolo invece di Ellie Sattler le candidate furono Sandra Bullock, Gwyneth Paltrow e Julianne Moore ma Nicolas Cage convinse Laura Dern ad accettare prima delle altre. Per Ian Malcolm invece venne fatto il nome di Jim Carrey.
Per la scelta di Ariana Richards (la ragazzina, Lex Murphy) ci furono diversi provini. Le ragazze dovevano mettersi di fronte ad una telecamera e urlare selvaggiamente. La Richards ha ricordato: “In seguito ho saputo che Steven aveva visto alcuni provini di ragazze, quel giorno, e che il mio nastro fu l’unico che riuscì a svegliare sua moglie, che dormiva accanto a lui sul divano, tanto che si alzò di scatto e andò in corridoio, a controllare se i bambini stessero bene”.
Quando uscì Indiana Jones ci fu un boom di iscritti in archeologia, quando uscì ‘Jurassic Park’ in paleontologia. Steven Spielberg che muove le masse insomma. Il numero di iscritti si moltiplicò letteralmente.
Si potrebbe pensare che, la difficoltà maggiore del film fu creare dei dinosauri credibili, invece l’effetto speciale che creò più problemi fu quello legato alla scena del bicchiere di carta e alle vibrazioni del passo del T-Rex. Una scena iconica di ‘Jurassic Park’ che venne risolta dal direttore degli effetti speciali, il quale vide per caso che pizzicando le corde di una chitarra era possibile ottenere una vibrazione simile a quella desiderata.
Spielberg effettuò la post produzione di ‘Jurassic Park’ dalla Polonia mentre si trovava già impegnato nella realizzazione di ‘Schinderl’s List’. Lo fece via video, un’ora al giorno, mixando gli orrori dell’olocausto con i dinosauri. Il tutto aiutato dal fidato amico George Lucas.