Francesco Nuti e Massimo Troisi, il legame tra i due attori e il loro ultimo saluto

Francesco Nuti e Massimo Troisi avevano un legame di cui l’artista toscano mancato ieri, fa cenno nel suo libro: ‘Sono un bravo ragazzo’.

Francesco Nuti è morto ieri, 12 giugno 2023. L’attore, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e cantante italiano, nato a Prato, era ormai lontano dalle scene da moltissimi anni a causa di importanti problemi di salute.

Il silenzio di Francesco Nuti si sentiva, per chi amava la sua arte, il suo stile e quel suo sguardo pulito, percepiva la sua assenza e di tanto in tanto lo ricordava con i suoi film più amati. Con pellicole come ‘Io, Chiara e lo Scuro’ con cui Francesco Nuti vinse il premio come miglior regista esordiente al Festival internazionale del cinema di San Sebastián e il David di Donatello come miglior attore.

Sono molti i film amati dal pubblico ed apprezzati dalla critica con cui Nuti esplose alla fine degli anni ’80 e nei primi anni ’90: ’Tutta colpa del paradiso’ nel 1985, ‘Stregati’ nel 1986, ‘Caruso Pascoski (di padre polacco) nel 1988, ‘Willy Signori e vengo da lontano’ nel 1989 e ‘Donne con le gonne’ nel 1991.

Nel 1994 è la volta di ‘OcchioPinocchio’ che non viene apprezzato da critica e pubblico. Nuti tenta di tornare ai grandi successi iniziali e propone altre pellicole simili: ‘Il signor Quindicipalle’ nel 1998, ‘Io amo Andrea’ nel 2000 e ‘Caruso, zero in condotta’ nel 2001. Film che non riescono però a raggiungere il successo delle vecchie glorie. Arrivano così i primi problemi di depressione e una parabola verso un lungo periodo di cure.

Francesco Nuti, il rapporto con Massimo Troisi e le parole di Carlo Verdone

Francesco Nuti nel suo libro ‘Sono un bravo ragazzo’ parla del compianto Massimo Troisi. In particolare, narra dell’ultimo saluto all’attore napoletano scomparso prematuramente nel 1994, alla fine delle riprese del film ‘Il postino’. Questo il frammento del libro:

“Nel Novantaquattro riesco a finire con la lingua in terra il mio Pinocchio. Il film doveva ancora uscire quando arriva la notizia: Massimo Troisi gira l’ultima scena del suo ‘Postino’ e l’indomani muore in una cittadina balneare fuori Roma, a casa di sua sorella. Un primo barlume di depressione si era già affacciato e quella mattina ero molto indeciso se andare. Poi con un amico, vado… lì c’è tutto il cinema italiano. Lì c’è tutta la stampa. Lì ci sono tutte le televisioni. Lì mi sembra ci sia tutto il mondo. Arrivo trafelato. Secondo me non mi vede nessuno. Arrivo al letto dove riposa Massimo. Mi piego. Gli do un bacio sulla fronte. Gli sussurro: «T’ho invidiato tanto». Non l’ho più rivisto”.

Francesco Nuti il legame con Massimo Troisi il ricordo d Carlo Verdone
Foto profilo Facebook ufficiale Carlo Verdone – VelvetCinema.it

A ricordare sia Massimo Troisi che Francesco Nuti, il sempre splendido, malinconico e poetico, Carlo Verdone. Nella sua pagina Facebook, qualche tempo fa – il 17 aprile 2016 – Verdone pubblicò una foto meravigliosa di loro tre, insieme. Allo scatto, in allegato alcune parole per descrivere il momento vissuto:

“Questa è l’unica foto che posseggo con questi cari amici e colleghi: Massimo Troisi e Francesco Nuti. Non ricordo bene l’anno ma doveva essere il 1986. Credo. Eravamo a Campione per un premio, fu una rarissima occasione per riunire tanti attori importanti: ricordo che vennero tutti, compreso Alberto Sordi. E forse l’unica volta che Nuti e Troisi si trovarono insieme: non si frequentavano, almeno da quel che mi ricordo, se si fa eccezione per la vecchia Nazionale Attori nella quale giocavo anche io, decentemente, prima della mia frattura della colonna vertebrale”.

Francesco Nuti il legame con Massimo Troisi ed il ricordo di Carlo Verdone
Il post di Carlo Verdone sul suo profilo ufficiale Facebook – VelvetCinema.it

Verdone, nella sua didascalia, spiega di essersi trattenuto con Nuti una sera, e di come questo gli abbia chiesto l’opinione in merito ad un monologo che stava provando:

“Ma quella sera, chissà per quale motivo, forse per fare un numero all’indomani della premiazione, mi fece un’esibizione personale di quel monologo mai fatto in tv. Mai vidi cosa più geniale: seduto su una sedia immaginava un dibattito violento con tutti che urlavano, lui li seguiva dalla platea ed alzava il braccio per prendere la parola che non avrebbe mai ottenuto”.

“Mai vidi cosa più geniale”.

E mai si rivedrà.

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