Il miglio verde lo splendido romanzo di Stephen King, adattato in un altrettanto meraviglioso film con Tom Hanks.
Quello che non sappiamo è che esiste una storia vera a cui si è ispirato il romanzo. Un evento reale e terribile.
Il miglio verde (The Green Mile) è un film del 1999 prodotto, scritto e diretto da Frank Darabont. Protagonisti del film Tom Hanks e Michael Clarke Duncan. Oltre a loro nel cast anche Sam Rockwell, Gary Sinise, Harry Dean Stanton, Patricia Clarkson e Graham Greene.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King ed è stato pubblicato nel 1996. Uno dei libri più apprezzati del Re ed uno dei film più amati che raccoglie un cospicuo numero di spettatori ogni volta che viene trasmesso.
Il miglio verde, la trama del film con Tom Hanks
Il miglio verde prende il nome dal corridoio che viene percorso dai detenuti condannati alla pena di morte, è il colore del suo pavimento. All’interno del braccio mortale, viene rinchiuso John Coffey, un enorme uomo di colore accusato di aver commesso un terribile crimine: lo stupro e l’uccisione di due bambine.
L’uomo è stato trovato con le due piccole morte tra le braccia e immediatamente accusato di omicidio. A gestire il braccio della morte c’è Paul Edgecombe (Tom Hanks) ed è lui a raccontare, ormai anziano, la storia di John Coffey.
Lo descrive come un uomo gentile e timido, con un comportamento infantile. Un giorno, Paul, viene colto dal detenuto in un momento di sofferenza. Questo lo chiama a sé e toccandolo nel punto in cui ha un’infiammazione, viene guarito. Un miracolo insomma.
L’evento, naturalmente, sconvolge la guardia carceraria che si trova a riflettere sulla situazione di Coffey e su come non sia possibile che un uomo tanto gentile e dotato di un potere come quello, possa aver commesso un atto così aberrante. Scopre che ad incastrare Coffey è stato proprio il suo avvocato, un razzista che non mosse un dito per aiutarlo.
La storia vera dietro Il miglio verde
Stephen King nello scrivere questo splendido romanzo, si ispirò ad un fatto accaduto negli anni ’40, ovvero la condanna a morte di George Stinney Jr., la persona più giovane condannata a morte negli Stati Uniti. Il ragazzo venne giustiziato il 16 giugno del 1944, aveva solo 14 anni.
Il 14enne si dichiarò innocente durante tutto il tempo del processo, durato solo 2 ore e 10 minuti. Non ebbe modo di avvalersi di un avvocato difensore. Il ragazzo era nero, ed era accusato di aver ucciso due bambine di 11 e 7 anni. George prima di morire, rimase 81 giorni senza poter vedere i suoi genitori, che non vennero nemmeno ammessi al processo.
L’innocenza del giovane George venne dimostrata 70 anni dopo da un avvocato della Carolina del Sud. Non dovette compiere alcuna ricerca particolare, semplicemente confrontare la trave utilizzata per uccidere le due bimbe. Il suo peso era infatti di 19 kg, troppo pesante per poter essere gestita da un ragazzino.