Abbiamo intervistato Riccardo Polizzy Carbonelli, Roberto Ferri di Un Posto al Sole, che ci ha rivelato tutti i segreti del suo personaggio
Lo conosciamo tutti come il “cattivo” di Un Posto al Sole, la soap più longeva della Rai, ma dietro al personaggio che da oltre vent’anni ci tiene incollati allo schermo c’è un attore dal grande carisma e dalla forte personalità. Divertente e profondo, Riccardo Polizzy Carbonelli, in questa intervista, ci svela quanto lavoro c’è dietro alla costruzione del suo Roberto Ferri, ma anche il suo immenso amore per la serie e per sua moglie, il vero pilastro della sua vita, rispondendo anche alle polemiche che sono scaturite negli ultimi giorni su Un Posto al Sole. Tra teatro, cinema, tv ed esperienze personali che lo hanno segnato, ecco cosa ci ha raccontato.
Roberto Ferri è ormai il personaggio di punta di Un Posto al Sole, cosa pensi di lui e che lavoro c’è stato e c’è dietro la sua interpretazione?
Roberto Ferri è un personaggio di punta dal punto di vista narrativo, ma ci tengo a sottolineare che il lavoro è un lavoro di gruppo. Io faccio parte di un Team in cui i protagonisti, soprattutto quelli della prima guardia, che hanno cominciato nel 1996, hanno dovuto affrontare non poche difficoltà. Io sono grato a Patrizio Rispo, Marina Tagliaferri, Alberto Rossi, Luisa Amatucci, Germano Bellavia, Marzio Honorato, Claudia Ruffo, Peppe Zerbo, Francesco Vitiello, Luigi Di Fiore che adesso è da poco rientrato e a tutti gli Altri.
Ho avuto la fortuna di entrare in Un Posto al Sole con un sentimento forte, quello della vendetta e della gelosia. La scusa era entrare in società con i cantieri navali Palladini. In quel periodo lì, nel 2001 la barca Mascalzone Latino, stava mietendo tanti bellissimi risultati nell’America’s Cup, per cui il mio ingresso in Un Posto al Sole, assieme alla Moglie, Sofia Ferri, interpretata da Barbara Blank, è legato ai cantieri navali. Il mio personaggio mantiene il cinismo imprenditoriale, la relazione lavorativa con Alberto Palladini, sia il sentimento di vendetta, poiché tenta di uccidere, durante un’immersione subacquea, proprio Alessandro Palladini, rivale in amore, manomettendogli le bombole. Inizia così l’avventura di Ferri.
Io venivo dal teatro, che aveva una tempistica e una metodica completamente diversa, e mi sono trovato in questo meraviglioso luna park dal quale ho preso e imparato molto, soprattutto dal linguaggio televisivo che da un punto di vista recitativo è semplicemente più attenuato, non diverso da quello teatrale. In tv il pubblico non lo devi catturare facendoti sentire da quello dell’ultima fila, ma hai una camera che ti segue e ti fa spesso dei primi piani. Io ho una faccia forte, molto dura, e una mimica facciale che devo contenere, quindi ricordo che i miei primi “primi piani” erano molto espressivi, quasi da cinema muto (ride, ndr).
Ho imparato ad essere più vero, più intimo, più naturale e questo poi, continuando a fare teatro – perché non ho mai smesso di farlo – mi ha portato molto bene.
Come al solito preparavo tutto a memoria, perché le cose che dovevo dire erano per me totalmente sconosciute, linguaggi di assemblee imprenditoriali, tutte cose che non si possono improvvisare.
Sul discorso della cattiveria non ti nascondo che mi sono ispirato a certi politici del passato, visto che avevo sempre questo ghigno sardonico. Alcuni politici riescono a essere, in maniera sotterranea, dei veri grandi capi e magari anche con un po’ di cattiveria, perché sotto sotto, fanno delle cose non proprio lecite. Io ho sempre creduto che alzare la voce non è da chi comanda; che il nervosismo è di chi perde il controllo, ma a volte la scrittura richiedeva anche questo tipo di atteggiamento, come forzatura drammaturgica. Adesso il momento di Ferri è completamente diverso dal passato, è un momento in cui si sta riconciliando un po’ con alcune situazioni.
Roberto, nella fiction, tradisce Marina con Lara: dopo la messa in onda della puntata si è scatenato un dibattito sui social. Alcuni commentatori incolpano Marina di aver lasciato solo Roberto inducendolo a capitolare tra le braccia dell’amante. Tu cosa pensi al riguardo?
Io in queste in queste discussioni non ci entro, pur avendo e frequentando i social. Ricordo che un altro momento che ha suscitato scandalo è stato quando Lara dava le gocce al bambino, Tommaso, per fargli venire l’influenza. C’è sempre la paura dell’emulazione e abbiamo delle responsabilità nel nostro lavoro in Un Posto al Sole.
Noi dobbiamo assumerci le nostre responsabilità come esseri umani, di qualsiasi genere siano. Nel caso specifico di Ferri, lui deve imparare ad assumersi le sue responsabilità, non può certo aggrapparsi alla mancanza di Marina. La sua è stata una debolezza, potrà essere un’attenuante ma non si può giustificare. Quando si ama una persona, anche se ti ha tradito non è detto che tu debba “renderle la pariglia”. Si stabilisce un “patto” nella relazione tra uomo e donna, in questo caso, ma anche in tutte le relazioni amorose: il patto non è di non tradire, ma di essere sinceri. Quando avviene un tradimento c’è sempre qualcosa che non va in tutte e due le parti, ma poi la decisione ultima sta a chi tradisce: è quello che tradisce che può dire “lo faccio” o no!
Pensare che nel 2023 con tutto quello che sta accadendo e con tutte le trasformazioni, anche nei modi di pensare e di parlare, proprio per essere più inclusivi con tutti, mi sembra strano che ci sia questo accanimento nei confronti di una Donna. Per me in ogni Donna c’è una Principessa e una futura Regina e non è un modo di dire per relegare la Donna su un piedistallo, attenzione. Ma forse, invece, bisognerebbe iniziare a rimetterle su un piedistallo, le Donne, perché sono straordinarie. Mia moglie è il mio motore, senza di lei non andrei da nessuna parte!
Il discorso tra responsabilità oggettiva e responsabilità soggettiva nella storia tra Marina e Roberto è complesso. Si sono sposati, per l’ennesima volta si sono giurati amore eterno. A parte i suoi due grandi amori del passato, Eleonora Palladini e Greta Fournier, con Marina Giordano c’è un motivo sentimentale ricorrente, profondo, anche per somiglianza, per compatibilità, per affinità elettiva. Con la stessa Nina Soldano, quando abbiamo girato le scene del matrimonio, abbiamo avuto una concentrazione seria come se fosse una cosa vera.
La cosa importante è che, togliendo questi aspetti qui, Ferri le ha sempre “castigate” tutte! (ride, ndr) Ferri non ha mai disdegnato il sesso opposto. Una volta, sorpreso in flagrante dalla sua futura moglie Greta, mentre aveva una relazione intima con la sua avvocatessa, le disse: “stavo allentando la tensione, lo sai fare l’amore per me è come bere un bicchiere di whisky”. Così disse anni fa il mio personaggio. Non fu facile dirlo, ma volli dirlo!
Lara Martinelli in passato ha suscitato un’avvenenza nei confronti di Ferri, tant’è vero che c’è stata la storia tra loro due, ma lui non immaginava sicuramente di dover diventare padre. Ignora che questo figlio non sia suo perché a lui è sconosciuta tutta la manovra successiva, quando, dopo la prova del DNA che stabiliva che fosse suo figlio, Lara lo perde e ne acquista uno. Si scopre che Lara aveva tutto sotto controllo, poi improvvisamente l’accordo cade e lei ha un bisogno disperato di avere un bambino e va a finire che arriva Tommaso. Inizialmente non si sa come, ma poi scopriamo che la vera madre – e qui sono le puntate che stanno andando in onda ora – chiede un favore a una persona che gli dà il numero di telefono di Lara Martinelli.
Su questo mi preme sottolineare che io sono contrario a queste cose qui. Secondo me chi ha i soldi non comanda, non ha più diritto di vivere degli altri. Non è vero che chi non ha soldi non ha diritto alla felicità. Io personalmente, come esperienza di coppia, non sono riuscito ad avere figli con mia Moglie e ho tentato tutto ma sempre rimanendo nella liceità. Anche a me hanno fatto proposte illecite, ma ho sempre detto di no e non mi va che venga legittimato il principio che se hai soldi puoi avere un figlio o puoi avere un organo da trapiantare: non hai più diritto alla vita di qualcun altro. È ingiusto e per quanto riguarda me e mia moglie abbiamo sofferto e anche molto nel non riuscire, in tutte le fasi dell’adozione e degli affidi, a trovare la compatibilità. Infine ci siamo, come dire, affrancati da questa cosa è ci dedichiamo l’uno all’Altra.
Un Posto al Sole affronta temi sempre molto reali, attuali e profondi come in questo caso. In fondo, i sentimenti non sono sempre lineari nella realtà
Devo dire che insieme a Chiara Conti, che interpreta Lara, e a Nina Soldano stiamo effettivamente scrivendo delle bellissime pagine, anche a livello recitativo, raccontando proprio come questi sentimenti si accartoccino e si accavallino.
È una cosa stranissima: io finché non ho vissuto una situazione di dualismo pensavo che fosse una cosa tipica delle soap. Invece mi è capitato una volta di avere un grande coinvolgimento sentimentale per una donna amandone un’altra e non riuscivo a capire come queste due cose potessero avvenire contemporaneamente. Ovviamente, nel mio caso quello che è successo è che tutte e due le cose, poi sono finite.
Se posso permettermi un momento di grande ed estrema sincerità, quando mi capita di andare a feste o ritrovi con mia Moglie, anch’essa attrice, Marina Lorenzi, e mi capita di incontrare le mie ex, con cui lei ha rapporti sereni, non ho nessun rimpianto. Mi ritengo davvero fortunato a stare con mia moglie ancora oggi, dopo 22 anni che stiamo insieme compresi i 17 anni di matrimonio appena festeggiati e soprattutto con un rapporto nato soltanto un mese e mezzo prima che io iniziassi ad interpretare Roberto Ferri. Diciamo che mia Moglie mi ha portato così fortuna che ho vinto il provino!
Con Marina abbiamo lavorato al Teatro di Ileana Ghione per 7 anni, comportandoci sempre correttamente ma, nel Marzo 2001, eravamo entrambi single mentre facevamo lo spettacolo di Pirandello “Questa sera si recita a soggetto”. Lo spettacolo ha messo vicino due persone che in quel momento dovevano stare insieme e ti posso dire una cosa: la vita, nonostante io sia stato fidanzato con tante Persone, mi ha messo spesso a contatto con la mia attuale Moglie, in tante situazioni, ed è come se l’ultima volta ci avesse detto “ora se non vi mettete insieme…”
Dal 2001 sei presenza fissa e insostituibile di Un posto al sole, un tempo lunghissimo: quanto dà e quanto toglie una fiction ad un attore?
Per quanto riguarda la sfera lavorativa UPAS mi ha sempre consentito di fare altro. Tre mesi dopo aver iniziato già ero sul set di Claudia Koll a fare “Valeria medico legale 2”. Sono uno dei tanti attori di “Un Posto al Sole” che riesce a fare anche altro: un po’ di cinema, un po’ di televisione, ma, soprattutto faccio molto doppiaggio, anche se in passato, quando aumentò l’impegno in UPAS, ho dovuto interrompere. Stessa cosa per il teatro, dovrei iniziare le prove tra ottobre e novembre per uno spettacolo insieme a mia Moglie.
Non ritengo, inoltre, che il personaggio di Roberto Ferri abbia potuto inficiare negativamente su scelte da parte di registi: non sono prigioniero di questo personaggio e capisco se un regista, che vuole fare il suo primo film con un Attore che non abbia una riconducibilità con un qualcosa che lo caratterizzi troppo, ovviamente mi scarti. Ne prendo atto anche perché la gratitudine che io ho nei confronti di UPAS è veramente alta.
Il prezzo vero che si paga è con le amicizie, con gli affetti. Come dicevo, io ho avuto sempre una grande sollecitazione lavorativa, anche prima di essere protagonista in UPAS ho fatto un anno e mezzo da “guest” alle stesse condizioni e con la stessa frequenza di un protagonista (infatti poi lo sono diventato!). Però, per esempio, mia Moglie, quando era in tournée con Tato Russo o con altri spettacoli, veniva a Napoli, ma, quando era libera, lavorando io con il ritmo con cui ho sempre lavorato, era un po’ difficile per lei stare qui appesa ad aspettarmi. Napoli è una città bellissima, meravigliosa, straordinaria e anche gli abitanti sono accoglienti, però è anche vero che mia Moglie, dopo qualche giorno, non aveva nulla da fare, invece a Roma aveva le sue cose,la sua casa e la sua attività perciò ero sempre io, anche nei periodi in cui cercavamo di avere figli, a spostarmi.
Quindi da questo punto di vista Un posto al Sole è una cosa che mi ha dato tanto però, mi ha anche tolto alcune cose, sicuramente. Ma il bilancio è sempre in attivo perché è grazie a UPAS se sono riuscito a fare tante cose meravigliose.
Devo ringraziare sempre non solo la Rai e tutte le Maestranze meravigliose del Centro di Produzione Rai di Napoli, ma anche tutte le Persone che lavorano per la produzione: da chi pianifica le scene a chi le scrive, da chi ci veste a chi ci organizza la vita. Tutte queste Persone ci fanno vivere bene e questo è fondamentale. Io penso che quando riesci a trovare un posto dove dormi bene, dove ti fanno mangiare bene e ti coccolano allora la mia gratitudine è doppia, tripla! Parliamoci chiaro: in un posto dove lavori male, mangi male, dormi male… te ne vai subito!
Nella tua carriera hai spesso interpretato il ruolo del “cattivo”, pensiamo soprattutto a Upas ma anche a Che Dio ci Aiuti. Ti ritrovi in questo ruolo o preferiresti interpretare qualche personaggio diverso?
Il Teatro mi dà sicuramente più possibilità. Lì faccio anche ridere, sono brillante o drammatico, se serve. Ad esempio l’ultimo spettacolo che ho fatto prima del covid è stato “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello, per la Regia di Francesco Giuffrè, in cui io interpretavo il signor Ponza, mentre, mia Moglie, faceva la signora Frola. Quello è stato il nostro ritorno al Teatro Ghione di Roma, fondato da Ileana Ghione, che è venuta a mancare nel Dicembre del 2005. Il Teatro dove io e mia Moglie ci siamo conosciuti, abbiamo lavorato e ci siamo fidanzati. Dopo 10 anni siamo tornati a fare ditta e io ho scelto per me un personaggio un po’ più breve, a livello di battute e di presenza, così da consentire ai miei Colleghi di non avere troppo disagio dal mio continuo andirivieni dal set di Un Posto al Sole.
In teatro ho più possibilità di esprimermi come Riccardo, nel senso che riesco a mettere un pò della mia creatività nel personaggio e da qualche tempo sto cercando di farlo anche con Roberto Ferri. Sento la necessità di farlo per variarLo un pochino perché anche lui sta cambiando. Non sta diventando più buono, anzi a volte è anche più duro specialmente con Lara o con Marina…si scioglie solo con il bambino. Ferri non potrà mai essere come all’inizio, perché è cresciuto; ogni tanto in passato era più ironico e faceva qualche battutina; gli capitavano delle scene in cui veniva messo in mezzo da Renato e Raffaele in una sorta di siparietto ed era molto divertente. Questa cosa si è un po’ persa e allora io ogni tanto ci rimetto un po’ di ironia, perché secondo me i personaggi che si prendono troppo sul serio stancano. Così facendo, posso cercare di portare avanti un personaggio che sta maturando e crescendo insieme a me, senza farlo sempre uguale a come era 10 o 20 anni fa. Però le reazioni non devono mai essere da Riccardo, ma sempre da Roberto Ferri. Riconosco subito quando c’è Riccardo o quando c’è Roberto: una bella differenza.
Dopo tutto questo tempo quanto è difficile separare Riccardo da Roberto?
Sai che mi succede? Soprattutto durante le vacanze natalizie mi chiedo: “Ma li ho fatti i regali?” Perché magari ho girato delle scene in cui ho portato i regali e mi confondo. Che poi, per quanto mi riguarda, io dico sempre alla mia Famiglia che sarebbe molto più bello, visto che abbiamo tutto, se facessimo tutti quanti una bella donazione come regalo di Natale.
Ci sono attori del passato che ti hanno formato in modo particolare o che consideri i tuoi idoli?
Senza fare torti a nessuno i miei idoli fin da bambino sono stati Cary Grant e Danny Kaye. Oggi come oggi, lasciando da parte ovviamente Dustin Hoffman, Al Pacino, Robert De Niro, c’è una generazione di attori strepitosi come George Clooney e Brad Pitt in alcuni film, ma a me piace moltissimo anche Mads Mikkelsen, il cattivo di Agente 007-Casino Royal.
Per quanto riguarda gli Attori Italiani, invece, io sono cresciuto con la televisione “paleolitica” dei grandi sceneggiati, dei teleromanzi. Erano tutti Attori di Teatro e io sono sempre stato ispirato dai vari Calindri, Gazzolo, Tofano, Alberto Lupo, Orso Maria Guerrini, Ubaldo Lai, Adalberto Maria Merli, ma anche da donne come Anna Magnani, Valeria Valeri, Silvana Mangano, Virna Lisi e tante Altre. Attrici e Attori che venivano dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e sono poi confluiti nella prima televisione, che alfabetizzava l’Italia e faceva conoscere i grandi Autori attraverso queste riduzioni. E la regia era spesso di Anton Giulio Majano, Sandro Bolchi,Mario Ferrero o Silverio Blasi: Registi straordinari che riuscivano a fare dei grandi prodotti. La grandezza, ad esempio, di Aldo Camilleri era anche quella di aver curato tutte le riduzioni televisive di Luigi Pirandello in tv, oltre e essere insegnante all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Io sono un grande collezionista e ho tutti gli sceneggiati televisivi, tutte le serie e la prosa televisiva che ho potuto trovare, oltre a tutta la cinematografia di Totò, di Eduardo, Peppino De Filippo e Vittorio De Sica. Quella era una generazione straordinaria!
Spesso e volentieri con Nina Soldano, anche lei molto allegra a cui piace scherzare, quando giriamo, per cercare di essere nuovi e non ripetitivi, facciamo l’imitazione di Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Proviamo a dire le battute come le direbbero loro e attraverso lo scherzo, spesso, scopriamo che una stessa battuta, detta in modo divertente, assume un certo significato, mentre detta in modo serio ne ha tutt’altro. Quindi ci concediamo questo tipo di siparietti perché, oltre a divertirci, impariamo molto.
Hai avuto l’opportunità di lavorare con registi o attori che ti hanno ispirato particolarmente?
In televisione più o meno li ho conosciuti quasi tutti e mi sono sempre trovato bene, anche se mi manca molto Giorgio Capitani che era veramente non solo un grande Regista ma anche un grande Maestro. E la maestria sta nel saper dare le indicazioni semplici, con poche parole, in modo che tu capisca e faccia quello che ti viene chiesto.
Ho molti amici Registi giovani, ultimamente mi sono trovato benissimo con Raffaele Mertes, durante l’ultima edizione delle “Tre rose di Eva” e in quell’occasione ho conosciuto anche il valente Daniele Falleri, un Regista e Autore con cui, ogni volta che ho lavorato, ho vinto sempre Premi. Anche ultimamente, è accaduto in un suo cortometraggio per il “Sociale”, dove ho lavorato insieme a Maria Grazia Cucinotta, Gabriel Garko, Maria Letizia Gorga, Pino Amendola, Pia Engleberth, Andrea Roncato e tantissimi altri. Altra Esperienza Indimenticabile, grazie anche al Produttore Nando Moscariello.
Per come la vedo io Sorrentino, oggi come oggi, rappresenta forse il regista più vicino a Fellini a livello di creatività, ma anche nel modo di concepire le immagini. È un artista che sa come muovere la cinepresa e lo fa con una grande naturalezza che non te ne accorgi eppure, la muove. La serie “The Young Pope” è strepitosa e mi fa piacere che sia stata prodotta dagli Americani perché loro il valore lo sostengono sempre. Anche in Italia sta cominciando ad avvenire, finalmente! In alcuni luoghi come Napoli, ad esempio, sta succedendo. Sarei felice se avvenisse anche a Roma. Roma è stata per tanto tempo una grande Città e una grande Capitale e mi dispiace dire che purtroppo oggi, poiché è il luogo dove c’è la politica, la stanno uccidendo. Mi stanno uccidendo Roma! Non è ovviamente l’unica città che sta involvendo in Italia, per non parlare poi di tutte le meravigliose bellezze che sono a rischio in questo periodo a causa di questa tragedia immane capitata in Emilia-Romagna.
Hai qualche progetto futuro che puoi condividere con noi? Cosa possiamo aspettarci da te nei prossimi mesi/anni?
Tornerò in teatro a breve, come dicevo prima. Stiamo aspettando di sapere le date. Sarà una commedia e lavorerò di nuovo con mia Moglie e insieme gireremo un po’ l’Italia. Spero che lo spettacolo circuiterà abbastanza così da poterla girare in lungo e in largo per poter raggiungere tutte le persone che seguono Un Posto al Sole. Così sarà un piacere doppio!