Velvet Cinema ha contattato l’attrice Cinzia Clemente per un’intervista in esclusiva, ricca di interessanti novità.
Artista poliedrica, la splendida Cinzia Clemente non si ferma mai. Tra danza, teatro e televisione, è un vulcano di idee e creatività, accompagnate da uno spirito passionale e travolgente con generoso altruismo, dedicandosi agli altri nonché delicata gentilezza nella cura delle proprie passioni. La si conosce per la fiction Imma Tataranni – Sostituto Procuratore ma la sua carriera è costellata da grandi successi che toccano le più disparate forme dell’arte.
Proprio per conoscerla meglio, la redazione di Velvet Cinema l’ha contattata, avendo avuto il grande onore di rilasciarci un’intervista, da cui sono emersi dettagli e anticipazioni in merito a nuovi progetti tv. Senza ulteriori indugi, le si conceda la parola, raccontandosi a cuore aperto, ai nostri microfoni.
R. Allora, io ho iniziato da bambina a fare danza, amavo talmente tanto il mondo della danza che io ero convinta di poter diventare una professionista. Dedicavo tante ore a questo lavoro ed effettivamente a diciott’anni sono entrata nella Compagnia della Fondazione Piccinni, è stato per me un grandissimo risultato, vista comunque l’epoca, stiamo parlando degli anni ’80 – ’90, ecco, fine anni ’80. Era per me una fonte di orgoglio perché la creatività artistica è una cosa di famiglia anche se mio padre avvocato, zii maestri e professori che facevano tutt’altro però quando sono riuscita ad ottenere anche l’insegnamento della danza e così via ho capito che c’era anche la possibilità di esprimermi diversamente.
Però sono convinta che la disciplina della danza sia stata fondamentale per tutte le altre attività che ho iniziato perché chi fa l’artista è bohémien, no, una persona senza regola, che si droga, che si ubriaca (ride ndr) e invece no proprio perché nella danza questa cosa è impossibile, cioè non puoi andare in scena se sei senza forze, se non hai mangiato bene, se non sei energico quindi diciamo che questa forma mentis forse è quella che mi ha aiutato di più ad ottenere dei risultati nel tempo. Quindi l’arte intesa anche come disciplina verso se stessi, l’amore verso se stessi. Ho iniziato da piccola, penso di essere vissuta sempre con una scia artistica intorno a me, è stato quasi involontario caderci.
R. Allora, innanzitutto le riprese sono terminate quindi la terza serie è chiusa, c’è la fase del montaggio, giusto per aggiornare. Nel romanzo di Mariolina, perché io conoscevo il romanzo di Mariolina prima del film anche perché essendo della zona, si parlava di Matera, si parlava delle zone vicine alla mia città, io sono di Altamura, quindi comunque il personaggio di Imma Tataranni, dal punto di vista del romanzo lo conoscevo già e le amiche di Imma, rispetto alla fiction, sono molto più presenti nel senso che il carattere di Imma Tataranni, così forte, così rivoluzionario, così preciso è dovuto proprio al fatto che da ragazza ha avuto sempre questo conflitto con una in particolare, interpretata da Eleonora Russo che è una bravissima attrice di origini napoletane e che è la ‘vip‘ della situazione, queste amiche che l’hanno sempre vessata, in un certo senso ‘bullizzata‘ alle superiori, hanno forgiato il suo carattere.
Ogni tanto vengono fuori nella serie e non avrei mai pensato di essere un’amica di Imma (ride ndr), soprattutto, dopo aver girato la prima serie, mi dissi ‘eh va beh mi sono bruciata il ruolo ormai, ho girato la prima serie, non mi chiameranno più‘. Invece proprio per questo discorso, le amiche di liceo sono costanti, perché poi è la vita di tutti i giorni che viene raccontata, con le mie amiche ogni tanto mi vedo, mi incontro, abbiamo una vita aldilà del nostro lavoro, quindi la vita di Imma viene riportata così com’è, perché poi Matera è un centro dove ci si conosce tutti, quindi Francesco Amato ha avuto questa intuizione, ha detto ‘secondo me le amiche di Imma devono stare in tutte le serie, devono darle fastidio‘ perché poi siamo personaggi comici in realtà, creiamo situazioni comiche di pettegolezzo, la prendiamo in giro. Forse io sono quella che le vuole più bene, non lo so, lo scopriremo forse nella quarta serie (ride ndr). Perché poi, si sa, c’è l’amica più bulla e quella che dice finiamola qua, ogni amica di Imma ha un carattere ben definito. Così è stato il mio incontro, Francesco Amato ha voluto queste amiche e così è iniziata questa avventura: incrociamo le dita ci sia anche nella quarta serie.
R. E’ stata fatta un’anteprima al Bifest in cui sono stati presentati i primi due episodi. Io sono nel secondo episodio ma appunto è un personaggio secondario perché data la fisicità che ho mi fanno sempre fare questi ruoli secondari, caratteristi. Questa è una signora delle pulizie che ha trovato un cadavere, che viene interrogata dal maresciallo per i dettagli di quello che visto. Io sono molto legata anche al Commissario Ricciardi e in special modo ad Alessandro D’Alatri che è scomparso di recente perché Alessandro nello specifico, come regista, ha sempre amato dare spazio a tutte quelle figure secondarie che potessero dare valore, una mentalità teatrale perché ormai nelle serie tv siamo abituati a vedere il protagonista, la protagonista, l’antagonista, l’antagonista della protagonista, alcuni che girano intorno e i secondari vengono un po’ trascurati.
Invece ci sono dei registi che hanno questa visione molto teatrale, anche Francesco Amato è così, che mettono insieme attori veri, non figurazioni che fanno una battuta. Anche l’esperienza di Fenoglio è stata così perché il cast è corposo, poi c’è un mio amico di sempre che incontro su tutti i set, Paolo Sassanelli che è proprio nel gruppo di polizia di Fenoglio e poi voglio dire è un romanzo di Carofiglio, siamo nella bellezza dell’autore e questa storia dei romanzi che servono come stimolo di riflessione su delle tematiche sociali molto importanti e per me è anche una visione molto importante, dal punto di vista registico. Ogni serie ha il suo fascino per me quindi non saprei dire cosa mi sia piaciuto fare di più.
R. Quest’anno sono vent’anni da quando ho fondato questa Accademia e in questo periodo così vasto ho potuto vedere degli allievi che hanno preso la propria strada come danzatori, cantanti, attori, alcuni sono diventati cabarettisti di successo e altri sono diventati universitari, poi medici, altro nella vita. Io sono sempre nell’ottica che il teatro o comunque la forma artistica del teatro o danza possa servire alla formazione dell’essere umano, dal punto di vista della bellezza e della sensibilità verso l’arte. Io spero sempre di avere degli allievi che mi superino nel senso che quando li vedo in tv o su un palcoscenico che si esibiscono io mi emoziono perché do tanto a loro per il tempo in cui decidono di stare con me, per me è importante. Molti di loro poi hanno fatto il salto a Roma, alcuni li ho rivisti nelle fiction, ad esempio Ivano Picciallo ha fatto il medico della mala, un personaggio importante, ci ritroviamo insomma ed è bello perché per me sono sempre ragazzini, diventati uomini e donne. E’ una grande soddisfazione.
R. Sicuramente uno dei pensieri che spesso mi viene alla mente è quello di fare un film di successo, diventare famosa, sarebbe bello magari essere scelta da un Almodovar che è un regista che amo per le tematiche, molto rispettoso delle attrici con cui lavora. Sinceramente non saprei, diciamo che l’augurio che mi faccio è quello di stare sempre in buona salute, quella è la prima cosa quindi riuscire comunque a mantenere i risultati nel tempo, cioè non entrare nel dimenticatoio, anche se a me piace lavorare molto dietro le quinte, tipo quando preparo i ragazzi faccio la regia, mi metto in discussione con loro per farli migliorare e poi ho il mio percorso, con Gerardo Placido facciamo spettacoli a teatro, quest’anno abbiamo fatto anche un cortometraggio con i ragazzi quindi tutti punti che mi pace sviluppare nel corso degli anni. Non saprei quale il mio sogno più grande, la mia aspettativa, sicuramente rimanere in salute per poterne fare altri.
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