Matt Damon ha voluto nuovamente ricordare Robin Williams, con cui ha lavorato nel 1997, nel film ‘Will Hunting – Genio Ribelle’.
Sono passati nove anni dalla tragica ed improvvisa scomparsa di Robin Williams, una dipartita che ha sconvolto i suoi numerosi fan e tutta Hollywood. Il ricordo di chi ha avuto l’onore di lavorare con lui è ancora vivo. Matt Damon in un’intervista, ha voluto ricordare un dettaglio molto particolare del periodo in cui ha avuto modo di lavorare accanto all’attore.
Robin Williams, attore dalle eccezionali doti, di formazione teatrale, tutti lo rammentiamo all’inizio degli anni ’80 nei panni di Mork, l’alieno, nella serie ‘Mork & Mindy’. Un artista camaleontico che è riuscito a travolgere con la sua comicità ma anche a commuovere con ruoli molto impegnati.
Williams è stato candidato all’Oscar per il suo ruolo in ‘Good Morning, Vietnam, per ‘L’attimo fuggente’ per la ‘Leggenda del re pescatore’ ed ottenne infine la statuetta per la sua interpretazione in ‘Will Hunting – Genio ribelle’, dove interpreta lo psicologo Sean McGuire.
Matt Damon e il ricordo di Robin Williams: “Perché non ci abbiamo pensato prima?”
Il film ‘Will Hunting – Genio ribelle’ ebbe un enorme successo soprattutto grazie alle interpretazioni degli attori che si trovarono spesso ad improvvisare, non solo Robin Williams ma anche Ben Affleck e Minnie Driver. La scena ad esempio, in cui Robin Williams parla della flatulenza della moglie defunta, e l’ultima frase pronunciata nel film da Robin, erano fuori sceneggiatura, la stessa troupe, sul set, venne colta alla sprovvista.
Matt Damon, in una recente intervista a Vanity Fair, ha voluto raccontare nel dettaglio di un momento delle riprese che lo lasciò particolarmente stupito. Una delle tante improvvisazioni di Robin Williams che diedero al film quel tocco eccezionale.
“Robin doveva aprire la porta, uscire e trovare questa lettera. Ero proprio accanto a Gus (Gus Van Sant, il regista) accanto alla cinepresa, perché volevamo dare l’impressione che stesse ascoltando la mia voce. Dicevo: ‘Sean, se dovesse telefonare il professore per quel lavoro, gli dica solo: ‘Spiacente, dovevo occuparmi di una ragazza”.
“Nella sceneggiatura c’era scritto che doveva prendersi un momento di silenzio e rendersi conto che me ne ero andato”. Ha poi spiegato: “In pieno stile Robin girammo 60 ciak, lasciammo la cinepresa in funzione e lui usciva in continuazione da quella porta. Faceva qualcosa di diverso ogni singola volta. Quando disse: ‘Quel figlio di putt*na, mi ha fregato la battuta’. Afferrai Gus per le spalle e lo sentii agitarsi, lo sapeva anche lui. Ci dicemmo: ‘Caz*o, che battuta. Perché non ci abbiamo pensato prima?”.