Lo squalo di Steven Spielberg, un film dal successo strepitoso e dagli enormi incassi, deve la sua fama, oltre che alle capacità eccelse del regista, anche ad una serie di… ‘sfortunati eventi’.
Steven Spielberg è un nome che per gli amanti del cinema è garanzia di qualità e di emozioni forti. Lo Squalo è un esempio lampante della maestria del regista, una pellicola che a distanza di anni ancora riesce a fare il suo lavoro e a terrorizzare gli spettatori.
Steven Spielberg, regista americano classe 1946, il suo motto è «I dream for a living» e a farci sognare è sempre stato molto bravo. Anche a terrorizzarci, con ad esempio proprio il sopra citato film ‘Lo squalo’. La pellicola, uscita nelle sale americane il 20 giugno 1975 fece esplodere le casse dei cinema con un incasso di 470 milioni di dollari, un record per l’epoca, fu il maggiore incasso in assoluto, fino all’arrivo nel 1978 del primo Star Wars.
Il successo della pellicola? Naturalmente le capacità del regista, che come abbiamo potuto apprendere guardando ‘The Fabelmans’, ha iniziato ad essere maniacale fin da ragazzino, quando all’epoca montava i suoi primi progetti e riusciva già allora a farne dei piccoli capolavori. Solo questo, oppure i retroscena del film sono ben più pittoreschi?
Lo squalo, solo bravura, fortuna o anche… sfortuna?
Quando i mezzi scarseggiano e la sfortuna sembra averti preso di mira, l’unica cosa che puoi fare è buon viso a cattivo gioco. Così ha fatto Spielberg, arrivando infine, proprio grazie a questo, ad un successo clamoroso. Sì perché il film Lo squalo, ha dovuto affrontare diversi disagi. Primo fra tutti lo sciopero degli attori, poi un casting sfortunato, con alcuni attori che rifiutarono la parte. Quindi il desiderio del regista di fare le riprese in mare aperto e non in piscina, per rendere tutto più reale, e infine proprio il protagonista principale a fornire i peggiori grattacapi al povero Spielberg. Si pensò addirittura che il film potesse non vedere mai la luce.
Il protagonista del film, ovvero lo squalo meccanico, chiamato da tutti Bruce in onore al nome dell’avvocato di Spielberg, Bruce Ramer, ha avuto diversi problemi tecnici proprio a causa del desiderio del regista di girare le scene in mare aperto. Il problema fu il sale dell’Oceano Atlantico a danneggiare spesso il terribile squalo meccanico, che finiva col rompersi quasi ogni giorno. Bruce era stato infatti inizialmente provato in una piscina.
Questo enorme disagio, probabilmente gettò nello sconforto il regista e tutta la troupe, già molto provata dalle precedenti problematiche, poi, come ogni genio che si rispetti, Spielberg riuscì a sfruttare la situazione e a fare di un problema, non solo la soluzione ma anche la ragione del successo.
Spielberg dovette infatti, per forza di cose, rinunciare allo squalo in diverse riprese, perché danneggiato o per non danneggiarlo ulteriormente. Si prodigò per effettuare i suoi ciak in modo più studiato e particolare, riprendendo i movimenti dei bagnanti che frenetici si trovavano a combattere contro le fauci dello squalo, oppure a fare riprese dal basso verso l’alto, dal punto di vista di Bruce quindi, con gli occhi dello squalo puntati sui movimenti dei piedi delle persone in mare.
Fu proprio questa la chiave del suo successo, il regista spiegò: “Ho puntato sulla paura delle persone che facevano il bagno”, fece quindi leva sulla terribile atmosfera che riuscì a suscitare questo genere di riprese, il turbamento che riuscì ad insinuare nella mente degli spettatori. Spielberg disse anche che, se avesse avuto lo squalo meccanico a disposizione per tutte le riprese, probabilmente avrebbe incassato la metà dei soldi. Il film quell’anno spaventò talmente tanto che portò ad un drastico calo di presenze sulle spiagge.