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Steven Spielberg chiede scusa per uno dei suoi film cult: il terribile rimorso

Steven Spielberg è tornato nuovamente sull’argomento, uno dei suoi film più amati, una pellicola importante, che ha dato al cineasta gloria e fama agli inizi della sua carriera, lo ha messo in qualche modo in imbarazzo.

Sembra incredibile ma è così, Spielberg si è voluto scusare per uno dei suoi film più amati. Il regista, a riguardo, ha qualche rimorso, ancora adesso a distanza di anni. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Spielberg è entrato di buon diritto nell’olimpo dei registi più amati e apprezzati dai cinefili. I suoi film sono tutti dei gioielli. Il regista riesce a mettere praticamente tutti d’accordo. È padre di diversi capolavori, come ‘Schindler’s List’, ‘Salvate il Soldato Ryan’, ‘ET’, ‘Il colore viola’, ‘L’impero del sole’, ‘Il ponte delle spie’.

Più recentemente Spielberg ha portato nelle sale ‘The Fabelmans’, nel film narra la sua esperienza in famiglia, la sua crescita, le sue difficoltà di bambino, i drammi vissuti e tutto ciò che l’ha portato ad essere il grande regista che è ora.

Steven Spielberg rammaricato per uno dei suoi più grandi film

Il cineasta insomma nutre un profondo rammarico per uno dei suoi film più apprezzati, la pellicola che l’ha portato, per altro, ad essere noto e conosciuto a livello mondiale, uno dei suoi più grandi successi. Stiamo parlando del film ‘Lo Squalo’.  La pellicola, uscita nelle sale nel 1975, basata sul romanzi di Peter Benchley, vincitrice di 3 premi Oscar, incassò 470 milioni di dollari, che per l’epoca fu un record. Il film fu talmente potente ed entrò così tanto nella testa dello spettatore, che portò ad un calo importante di bagnanti nelle località balneari.

Il film, durante la sua ‘creazione’ dovette affrontare diverse problematiche, tanto da far dubitare che potesse essere completato. Vi furono problemi legati allo sciopero degli attori, la sceneggiatura stessa venne rimaneggiata completamente. Anche la selezione del cast fu un problema non indifferente, Jeff Bridges e Lee Marvin rifiutarono il ruolo, Richard Dreyfus invece accettò solo all’ultimo momento. Il perfezionismo di Spielberg, già parecchio accentuato, gli creò disagi anche per la location poiché il regista rifiutò di girare in una vasca, a suo avviso – giustamente – poco credibile e decise di girare in mare aperto, con tutte le difficoltà del caso.

Roy Scheider in una scena de Lo Squalo (frame YouTube) – VelvetCinema.it

Insomma, i disagi furono tanti, il film, ora lo sappiamo, poi divenne un cult. Riguardarlo a distanza di anni mette ancora i brividi, rimane quindi nonostante tutto, una pellicola invecchiata bene e comunque attuale. Per quale motivo Spielberg si è voluto scusare quindi? Il regista ha espresso un profondo rammarico, poiché il film viene ricordato per via dell’impatto negativo che ebbe sulla percezione degli squali da parte del pubblico, questi vennero considerati, proprio per via della pellicola, più pericolosi di quanto non lo siano in realtà.

A ‘causa’ del film, oltre appunto, come dicevamo, al calo di presenze sulle spiagge all’epoca, portò gli squali ad essere oggetto di una vera e propria caccia. Di recente, il regista ha voluto riprendere in mano l’argomento in un’intervista per la BBC e ha dichiarato: «Sinceramente oggi rimpiango la decimazione della popolazione di squali, indirettamente causata dal libro e dal film. Mi dispiace davvero tanto. […] Una cosa della quale ho ancora paura è che gli squali siano in qualche modo arrabbiati con me per aver scatenato la folle frenesia di caccia dei pescatori sportivi dopo il 1975».

Lo Squalo (Frame YouTube) – VelvetCinema.it

In effetti, secondo uno studio dello scorso anno di Nature, è stato riscontrato come, la popolazione di squali sia diminuita nei primi anni 70, addirittura del 71% proprio a causa della pesca indiscriminata. L’amministratore delegato della fondazione Shark Trust, Paul Cox, ha voluto tuttavia spiegare che: «La maggior parte delle persone è in grado di discernere tra la vita reale e il cinema. Il declino della popolazione degli squali è una chiara conseguenza della pesca eccessiva».

Ha inoltre aggiunto: «La pellicola ha portato a focalizzarsi su tutto ciò che gli squali non sono, invece di mostrare quanto siano meravigliosi. Ma il fatto che una celebrità come lui si pronunci a favore della sfida di comunicare agli spettatori un’immagine maggiormente positiva, è decisamente apprezzato».

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Marta Zelioli

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