Il suo è un nome che non necessita di troppi preamboli: Jane Fonda. Da sempre sinonimo di talento, eleganza e fascino, che all’età di 83 anni rimane inalterato, è riconosciuta -a ragione- come una delle migliori attrici esistenti. Due Premi Oscar alla miglior attrice, un Emmy Award e 7 Golden Globes, di cui uno alla carriera ricevuto poche ore fa, ne decretano ulteriormente il suo statuto.
Proprio in occasione dei 78° Golden Globes, l’interprete si è fatta notare, ritirando la sua statuetta. Completo color bianco avorio, a colpire non è stata la sua innata eleganza, ma le parole che ha speso nel ricevere il riconoscimento. Un discorso che ha suscitato risonanza nonché il plauso non solo dei colleghi, ma di tutti gli spettatori.
Al centro del palco del Beverly Hilton Hotel, sede storica dei Golden Globes, Jane Fonda ha fatto la sua comparsa. Seguita, da remoto, dalle colleghe Oliva Colman, Glenn Close, Viola Davis e Gillian Anderson, la star ha tenuto un discorso che ha ricevuto il plauso unanime. Partendo col ringraziare l’HFPA (Hollywood Foreign Press Association), che annualmente assegna i premi, Jane Fonda ha rimarcato l’importanza dello storytelling. In un periodo complesso in cui stiamo vivendo e in cui le persone hanno bisogno di conforto, la narrazione assume un significato fondamentale.
“Grazie. Grazie a tutti i membri della Hollywood Foreign Press Association, sono commossa di ricevere questo onore. Siamo una comunità di narratori, vero? E in tempi turbolenti e di crisi come quelli che stiamo vivendo, lo storytelling è sempre stato essenziale. Le storie hanno la capacità di cambiare i nostri cuori e le nostre menti, ci aiutano a vederci a vicenda sotto una nuova luce, a vivere l’empatia. Al netto di tutte la nostra diversità, siamo prima di tutto esseri umani, giusto?”- afferma a gran voce la star in occasione dei 78° Golden Globes. Attraverso il suo discorso, infatti, Jane Fonda ribadisce il grande potere che le parole hanno su ciascuno di noi, a prescindere dalle reciproche “diversità”. Ed è proprio ciò che ci unisce: la necessità di entrare in contatto reciproco mediante le parole, non solo per cercare compagnia ma anche, in fondo, per trovare noi stessi.
“Ecco perché tutti i grandi Maestri come Buddha, Maometto, Gesù, Lao Tzu – ci hanno parlato attraverso le storie, la poesia, le metafore, perché sono forme non lineari di comunicazione, non cerebrali, sono forme dì arte e ci parlano con una frequenza diversa. Sono strumenti capaci di generare una nuova energia“- ha continuato Jane Fonda sullo storico palco dei Golden Globes, ribadendo infine la necessità di non dare mai nulla per scontato. “Sosteniamo sempre di più le diversità che stanno emergendo.”- afferma orgogliosamente, concludendo- “In passato abbiamo già marciato e combattuto per molte cause ed è il momento di tornare a farlo oggi. D’altronde l’arte è sempre stata non solo al passo con la storia, ma ha aperto nuove strade Quindi, cerchiamo di essere leader, ok? Grazie, grazie mille“.
In un periodo in cui le diversità continuano dunque a essere soppiantate a favore dell’omologazione, il discorso di Jane Fonda risulta più importante che mai. Le sue parole ai Golden Globes sono risuonate infatti come un elogio della narrazione, in grado oltrepassare le barriere sociali che costantemente ci vogliono divisi. E che, fortunatamente, grazie all’arte vengono meno.
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