Uno dei volti più riconoscibili della storia del cinema e, più in generale, del costume: Audrey Hepburn torna a incantare tutti grazie a nuovo documentario. Vincitrice dei più prestigiosi premi, tra cui due Oscar, uno dei quali alla miglior attrice nel 1954 per Vacanze romane, l’interprete britannica è da sempre considerata sinonimo di eleganza. Inserita dall’American Film Institute al terzo posto tra le più grandi star femminili della storia del cinema, la sua luce non ha mai smesso di brillare. E, anzi, oggi ritorna a splendere più forte che mai: il merito va a Audrey, in uscita oggi su Chili.
Audrey Hepburn, disponibile da oggi in streaming il documentario sull’icona del cinema
Diretto da Helena Coan, il progetto ripercorre l’intera vita dell’attrice, affrontando sia i successi in ambito professionale, che i traumi vissuti nel privato. L’interprete, divenuta un’icona grazie a pellicole come Colazione da Tiffany, ha infatti avuto un’infanzia travagliata. Abbandonata dal padre, ha trascorso i suoi primi anni sotto l’occupazione nazista, spostandosi tra Regno Unito, Paesi Bassi e Belgio. I traumi del passato hanno a lungo influenzato la vita di Audrey Hepburn, non impedendole tuttavia di conseguire una carriera brillante.
Disponibile in streaming su Chili a partire da oggi mercoledì 10 febbraio, Audrey si muove costantemente a cavallo tra dimensione pubblica e privata. Oltre a ripercorrerne il successo professionale, con il culmine nel 1954 con la vittoria dell’Oscar, il docufilm indaga più in profondità, svelando la persona dietro il “personaggio”. Grazie al materiale d’archivio, tra cui riprese inedite e interviste uniche, l’immagine di Audrey Hepburn si arricchisce di ulteriori sfaccettature.
L’icona del cinema, divenuta in seguito ambasciatrice UNICEF, continua dunque a vivere nel nostro immaginario collettivo. Il progetto, targato Universal, svelerà il suo lato umano, memore dei traumi subiti durante l’infanzia. Proprio per questo motivo Audrey Hepburn ha deciso di collaborare attivamente per il fondo delle Nazioni Unite. Il progetto sarà dunque una retrospettiva, ma anche un omaggio sentito, verso l’immortale “anti-diva”, che ancora oggi continua ad essere fonte di ispirazione.