Addio ai colori sfavillanti. Addio alle ali e a tutto il luccichio che caratterizzava gli outfit con cui, da piccoli, avevamo l’abitudine di vederle: le Winx sono cresciute. Assistendo all’ultima fatica seriale targata Netflix, infatti, non possiamo fare a meno di notare come la storia abbia assunto tinte inedite rispetto alla versione animata. D’altronde ci era stato proprio detto questo: Fate – The Winx Saga non è un live action. Le creature fatate, nate dalla mente di Iginio Straffi, sono dunque un pretesto iniziale per raccontare qualcosa di nuovo. Ma scopriamo bene cosa.
Fate – The Winx Saga, un teen dramedy a cavallo tra Le terrificanti avventure di Sabrina e Skam
Disponibile da venerdì 22 gennaio su Netflix, la serie ha destato la curiosità generale sin dal primo teaser. Riadattare un tipo di contenuto, nato per la fruizione di un pubblico infantile e, in linea di massima, “femminile”, in qualcosa di più “maturo” e “gender free” suscita sempre grande dibattito. Molte, in questo senso, sono le differenze a livello tematico. Ad esempio, se nella versione animata assistevamo a una divisione di genere tra “fate” e “specialisti”, che rientrava nel binarismo “femminile-maschile”, in Fate – The Winx Saga tale suddivisione è del tutto assente. Un’unica accademia nel Mondo Magico, la rinomata Alfea, ospita indifferentemente ragazzi e ragazze, suddivisi altrettanto indifferentemente in “fate” e “specialisti”.
Senza voler andare troppo a spoilerare, le differenze con la versione animata di Iginio Straffi emergono fin dalla sequenza iniziale. Un’esterna in notturna restituisce fin da subito quell’atmosfera cupa e dark che sarà il leitmotiv di tutta la serie. Inoltre, così come non esiste una netta divisione di genere, altrettanto si può dire per l’eterna dicotomia tra “bene” e “male”, “luce” e “ombra”, i cui confini sono sempre più sfumati. Lontano dall’idealizzazione confortante della versione animata, Fate – The Winx Saga restituisce l’immagine degli adolescenti con tutte le loro sfaccettature. Individui completi e complessi, alla ricerca di sé stessi e della propria identità (prima tra tutti Bloom).
Le classiche dinamiche adolescenziali hanno luogo in una cornice che fin da subito si presenta minacciosa. Il rischio di un pericolo imminente, che incombe sulle Winx, su Alfea e sull’Universo fatato stesso porterà le protagoniste a doversi destreggiare dunque su qualcosa che, probabilmente, sarà anche più grande di loro. E che, dunque, le obbligherà a crescere. Il cartone animato lascia perciò spazio a un teen dramedy dalle tinte sovrannaturali che, spesso, strizza l’occhio anche all’horror. Dimentichiamo quindi le fatine che pensavamo di conoscere. Fate – The Winx Saga mostra della creature “imperfette”, sicuramente più umanizzate e adulte. D’altronde, sono passati ormai 17 anni dal cartone animato: anche loro sono cresciute.