L’uomo più enigmatico del cinema compie oggi 75 anni. Nato a Missoula nel Montana il 20 gennaio 1946, David Keith Lynch ha fatto del suo mistero un marchio distintivo della propria filmografia. Amato, criticato e (molto spesso) incompreso, il genio deve la sua fama a quello sperimentalismo che gli ha permesso di fondere generi, linguaggi e anche arti. Proprio per questo motivo, la nomea di “regista” è sempre stata limitante per descriverne il metodo, che affonda le radici sin nella pittura, la prima passione di Lynch.
Creatore della serie televisiva per antonomasia, Twin Peaks, David Lynch ha fin da subito preso le distanze dal mainstream. Quando George Lucas assistette a Eraserhead, primo lungometraggio di Lynch, gli propose di dirigere Il ritorno dello Jedi, terzo capitolo di Star Wars. Il regista, tuttavia, non accettò l’offerta. Ma un altro gran rifiuto segnò la sua carriera: quando “scartò” Marilyn Monroe per favorire la serie incentrata sulla giovane Laura Palmer.
Ci troviamo alla fine degli anni Ottanta. Un poco più che quarantenne David Lynch è nel pieno della sua carriera. Ha all’attivo già alcuni tra i suoi film più famosi. The Elephant Man (1980), per il quale ha ricevuto la nomination al premio Oscar per la miglior regia, il meno riuscito Dune (1984), di cui uscirà un remake con Timothée Chalamet e Velluto Blu (1986), con cui ha ormai inaugurato il suo peculiare modo di intendere il noir.
Il produttore televisivo Mark Frost gli suggerisce dunque di dedicarsi a un progetto, un biopic incentrato sulla figura di Marilyn Monroe. Dal fascino senza tempo, la diva di Hollywood non ha mai smesso di far parlare di sé, anche a distanza di decenni. Il film, che si sarebbe intitolato The Goddess, avrebbe dunque potuto vantarsi della regia di David Lynch. Nonostante la richiesta del produttore, il regista aveva altri progetti in mente, tanto da rifiutare di portare avanti il biopic. Il motivo è presto detto: l’autore ha infatti deciso di dedicarsi alla realizzazione di Twin Peaks, preferendo dunque Laura Palmer a Marilyn Monroe. Nonostante a distanza di molti anni possiamo affermare che abbia fatto la scelta giusta, è inevitabile chiedersi cosa sarebbe potuto uscire fuori. Rimarremo inevitabilmente con il dubbio.
Dotato di uno stile unico e inconfondibile, David Lynch lascia costantemente un’impronta personale che fa leva su una specifica simbologia. Molti sono infatti gli elementi ricorrenti nella sua filmografia, connotata da una continua tensione tra sogno e realtà. A cavallo tra le due dimensioni si collocano le vicende dei suoi personaggi. A nostro avviso, le pellicole che più di tutte riassumono i suoi elementi principali sono Velluto blu (1986), con cui mostra il suo interesse per il lato “oscuro” e nascosto della metropoli, Fuoco cammina con me (1992), prequel di Twin Peaks e Mulholland Drive (2001), forse il compendio effettivo della sua poetica.
Abbiamo intervistato Marta Zoe Poretti, critica cinematografica, che ci ha regalato un ampio spettro del…
Heath Ledger è morto esattamente come oggi 18 anni fa, proprio per questo sui social…
Roberto Ricci ha scritto Cinema Assassino per Le Mezzelane, abbiamo avuto il piacere di intervistarlo…
Il mondo dell'horror invade l'animazione e prende a soggetto personaggi che hanno fatto la storia.…
Perfect Days è una perfetta parabola della vita in pieno stile Wim Wenders che stupisce…
L'associazione culturale Visioni_47 lancia tre nuovi corsi di cinema per raccontarci questo mondo. Gli argomenti…