Figlio d’arte, sì, ma con la volontà di dimostrare di valere qualcosa al di là dei genitori. Con questo intento Pietro Castellitto, nato dal matrimonio tra Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, si è presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2020. Lo ha fatto portando al Lido la sua opera prima, I Predatori, in concorso nella sezione Orizzonti e in uscita nelle sale italiane il prossimo 22 ottobre. «Mio padre ad un certo punto si era messo in testa di voler recitare la parte del padre del mio personaggio nel film. Allora io l’ho preso in disparte e gli ho detto: ma tu ci tieni al mio futuro o no?», ha raccontato nel corso della conferenza stampa, rendendo bene l’idea del distacco che ha voluto prendere dai genitori.
Regista, sceneggiatore e co-protagonista, Pietro Castellitto ne I Predatori – film presentato oggi alla Mostra del Cinema di Venezia 2020 – dirige sé stesso nei panni di Federico Pavone, uno studente di filosofia proveniente da una famiglia di borghesi. Suo padre (Massimo Popolizio) è medico, sua madre (Manuela Mandracchia) è regista. A fare da contraltare a questa famiglia c’è quella dei Vismara, di ceto proletario ma il cui credo politico abbraccia il fascismo e il culto delle armi. «Non è un film antifascista, ma casomai anti borghese anche se i fascisti che faccio vedere sono molto colorati è perché lo squadrismo cambia faccia, diventa sempre più raffinato, ma non la sostanza. Ma una cosa è certa: a loro servono le armi per essere predatori, ai borghesi no», ha raccontato il giovanissimo regista.
Quello che Pietro Castellitto ha presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2020 è un film intelligente, brillante e, come lo ha descritto Popolizio, «non giovane», sebbene il suo regista abbia solo 28 anni. E se è di gioventù che si parla, bisognerà poi ricordare che oggi alla Biennale non è stato solo il giorno de I Predatori. Alle 17, presso la Sala Stucchi dell’Hotel Excelsior, Nuevo Orden di Michel Franco ha vinto il Leoncino d’Oro, il premio che viene assegnato da giovani studenti provenienti da tutta Italia. Emma Dante, con Le sorelle Macaluso, ha invece vinto il Premio Lizzani, mentre The Whaler Boy di Philip Yuryev si è aggiudicato il GdA Director’s Award.
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