C’è un filo rosso che unisce il mondo della moda a quello del cinema. Ed è stato Salvatore Ferragamo a tesserlo, con la stessa cura e precisione che ha sempre dedicato alla realizzazione delle calzature. La Mostra del Cinema di Venezia 2020 è stata un’occasione propizia per raccontare per la prima volta questo legame; un’occasione che Luca Guadagnino non si è lasciato scappare. Suo è il documentario Salvatore – Shoemaker of dreams, presentato fuori concorso alla 77esima edizione della kermesse, che uscirà in sala con Lucky Red nel 2021. Tra le testimonianze presenti nel film non solo quelle dei membri della famiglia, ma anche di sua maestà Martin Scorsese, e di numerosi studiosi e critici della moda e del cinema.
Per Luca Guadagnino, raccontare Salvatore Ferragamo è stato un modo non solo di ricostruire la storia di un grande artista del mondo della moda, ma di Hollywood tutta. «Salvatore Ferragamo va a Hollywood quando nasce l’industria che conosciamo oggi», ha raccontato nel corso della presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia 2020. «Lui ne è uno dei creatori, con la sua esperienza e punto di vista. Viene incluso nella grande famiglia del cinema, è amico di grandi star, prepara i cocktail alle feste, crea scarpe per contribuire alla creazione dello star system. La storia di Ferragamo è la storia di Hollywood». Proveniente da Bonito, un piccolo paese nell’Irpinia, lo stilista partì per gli Stati Uniti dove, in poco tempo, si guadagnò il nome di “Calzolaio delle stelle“, realizzando calzature per il mondo di Hollywood.
La storia di Salvatore Ferragamo, raccontata alla Mostra del Cinema di Venezia 2020 da Luca Guadagnino con il documentario Salvatore – Shoemaker of dreams, è intrisa di mistero, fascino e straordinarietà. È la storia di chi, mosso da un’intuizione geniale, ha deciso di rimboccarsi le maniche per riuscire a costruire per sé un futuro radioso. Una tenacia che ha accompagnato lo stilista anche quando, a un passo dalla bancarotta, ha saputo rialzarsi. «Ferragamo ha vissuto la sua vita quasi sempre come un outsider e si è visto sempre fuori dal sistema in cui era. In questo senso, nel cinema, mi sento come lui», ha raccontato Guadagnino.
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