La sfida era costruire un musical attorno e dentro alcune delle canzoni più amate dagli italiani, raccontare una storia d’amore integrando i brani nel tessuto del film. Il materiale musicale di partenza fa parte del patrimonio culturale di ognuno di noi, l’ambientazione è la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta. “Un’avventura”, il film diretto da Marco Danieli (in sala da giovedì 14 febbraio, in 360 copie) e basato sulle canzoni di Lucio Battisti e Mogol, raggiunge solo in parte gli obiettivi che si era prefisso, risultando a tratti slegato, poco compatto e non del tutto in grado di creare un vero coinvolgimento nello spettatore. Un’operazione riuscita a metà, in cui rimangono apprezzabili il coraggio di prendere in mano (e trattare con rispetto) dei brani che sono pietre miliari della musica italiana e la volontà di realizzare un’opera di intrattenimento che magari avvicinerà i giovanissimi alla musica dei genitori e dei nonni.
La storia è quella di Francesca (Laura Chiatti) e Matteo (Michele Riondino), due ragazzi della provincia pugliese. Siamo alla fine degli anni Sessanta e Francesca decide di andare a Londra per qualche anno, per provare a inseguire i propri sogni. Ritorna cambiata, più libera e indipendente, e ad aspettarla c’è ancora Matteo, che sogna di diventare un musicista. La loro relazione riprende, si sviluppa, si complica, si interrompe e poi ricomincia, e a sottolineare l’alternarsi degli eventi ci sono i brani più famosi della coppia d’oro della musica italiana di quegli anni, Battisti e Mogol.
Affollata la conferenza stampa di presentazione, svoltasi a Roma, alla quale ha partecipato anche lo stesso Mogol, autore dei più importanti testi cantati da Lucio Battisti e investito della carica di consulente artistico del film.
“Ho visto il film finito e sono rimasto piacevolmente sorpreso, è un film vivo. Non c’è marketing ma storie di vita; è un’opera che si ispira ai miei testi, e io ho sempre scritto storie basate sulla vita. “Un’avventura” emoziona, è di impatto. Mi hanno colpito la recitazione e la regia, Marco Danieli ha un contatto forte con la verità, penso che il film avrà molto successo”.
Da “Un’avventura” a “Dieci ragazze per me”, da “Balla Linda” a “Uno in più”. Sono dieci le canzoni di Lucio Battisti usate nel film, sei delle quali molto famose e cantate da tutti. Secondo Mogol, anche lo stesso cantautore laziale (morto il 9 settembre 1998 a 55 anni) avrebbe amato il film.
“Lucio era un artista all’avanguardia, ha sempre cercato di assimilare il contributo artistico di tutti i più grandi musicisti del mondo; passava la vita a studiare, ad analizzare quindi credo che questo film gli sarebbe piaciuto. Io sono stato il più grande ammiratore di Battisti, come lui lo è stato dei miei testi”.
Laura Chiatti e Michele Riondino protagonisti di “Un’avventura”, musical basato sulle canzoni di Mogol e Battisti
Il film che ha più influenzato produttori e realizzatori di “Un’avventura” è stato “Across The Universe” (il musical di Julie Taymor che utilizzava 33 canzoni dei Beatles), come ha confermato la curatrice di soggetto e sceneggiatura Isabella Aguilar.
“L’idea di fare un musical con le canzoni di Mogol e Battisti è venuta ai produttori. E’ stata un’esperienza incredibile, ma devo dire che in fondo è stato tutto molto facile, non ci sono state deviazioni lungo il percorso, è stato incredibilmente naturale, non particolarmente lento rispetto a quanto accade nel cinema. Tutto a poco a poco ha iniziato a confluire nel film, a partire dalla regia di Marco Danieli per arrivare fino alle coreografie di Luca Tommassini. L’operazione che è stata fatta è ben lontana dall’essere commerciale; è un esperimento di vita e di cuore”.
Anche il regista Marco Danieli (già dietro la macchina da presa del pluripremiato “La ragazza del mondo”) conferma il lavoro di cuore fatto sulla drammaturgia del film, e il senso di grande rispetto nei confronti delle canzoni usate.
“Ho dato il mio contributo in fase di revisione, è stata soprattutto Isabella Aguilar a costruire la storia e a tessere la tela della drammaturgia, in cui in parte le canzoni hanno condizionato la storia, e in parte il contrario. Quando mi è stato chiesto di aderire a questo progetto, ho accettato subito perché c’erano le canzoni di Battisti e Mogol, che hanno costituito il mio imprinting musicale. Ovviamente ci sono voluti un po’ di incoscienza e tanto coraggio, ma anche grazie alle chiacchierate che ci siamo fatti con Mogol siamo entrati piano piano in queste canzoni. Il lavoro che è stato fatto (rispetto alla drammaturgia già contenuta nel testo delle canzoni) è stato intenso, a volte le abbiamo destrutturate, a volte sono state adattate leggermente nella trama, rispetto al loro senso originale. E’ stato interessante scavare dentro i brani, cogliere dei sotto-testi che magari non erano stati capiti”.
“Un’avventura”, al cinema dal 14 febbraio per la regia di Marco Danieli
Per i protagonisti Laura Chiatti e Michele Riondino prendere parte a “Un’avventura” ha significato non solo recitare, ma anche cantare e ballare. Non troppo difficile la prova canto, visto che già in passato Chiatti aveva dimostrato di avere buone doti canore, mentre Riondino canta e suona nella band rockabilly Revolving Bridge; più impegnativa per entrambi è stata la prova ballo.
“La proposta di questo progetto è stata sin dall’inizio incredibilmente attraente” ha confermato Laura Chiatti. “Ho sempre amato cantare e non ho mai potuto esternare in modo concreto questa mia passione; il musical in Italia esiste quasi esclusivamente in teatro, ed essendo io poco coraggiosa non ho mai pensato di potercela fare. È stato molto bello poter proiettare un musical e pensarlo al cinema. l riferimenti cinematografici sono stati “La La Land” e “Chicago”, e questo tipo di pensiero mi ha un po’ messo in trappola. Ci siamo confrontati molto, abbiamo fatto un grande lavoro di squadra, abbiamo ragionato su come poter integrare al meglio il lato narrativo e quello musicale, abbiamo avuto un grande maestro come Luca Tommassini (la danza non è un’arte che si possa imparare in quattro settimane). Adattare canto e ballo a una storia è molto complicato, l’aspetto musicale di questo film non è visionario, è anzi molto realistico, è come se i personaggi uscissero dalla parte musicale e vivessero poi dentro la narrazione. Siamo soddisfatti, il progetto è stato curato con uno stile molto preciso, con grande pudore e poca presunzione. Io sono molto contenta”.
“Un’avventura è il secondo film che giro con la regia di Marco (il primo era stato “La ragazza del mondo”, ndr)” ha dichiarato Riondino. “Di solito, quando fai la preparazione di un film, non vedi l’ora di iniziare a girare veramente, dopo aver fatto svariati giorni di prove e aver immaginato il momento del ciak. Per questo film la preparazione contemplava, oltre alla linea della recitazione, anche le parti ballate e cantate. Ecco, in questo caso, non essendo ben padrone di quel tipo di materia, avrei voluto che le prove non finissero mai! Girare questo film è stata un’esperienza veramente formativa e interessante, perché ho capito quanto la recitazione possa essere la salvezza quando si ha a che fare anche con altre discipline. Cantare la canzone “Un’avventura” al Festival di Sanremo per la promozione del film, è stato un dramma per me, cantarla durate le riprese è stato meno difficile perché ho usato la recitazione per cantare quelle stesse parole”.
Laura Chiatti e Michele Riondino, non solo recitazione ma anche ballo e canto in “Un’avventura”
Per le scene di ballo è stato coinvolto nella produzione il pluripremiato coreografo Luca Tommassini, che ha usato un approccio di tipo americano per la costruzione delle parti danzate.
“Ho lavorato molto a diretto contatto con il regista, abbiamo costruito insieme le scene anche a casa della sceneggiatrice Isabella. Il vero dramma è stato lavorare con Laura Chiatti” scherza Tommassini, “che ancora oggi non è convinta di saper ballare. L’abbiamo messa sotto, abbiamo fatto tantissime prove, anche a Ferragosto. È stato un lavoro molto difficile, soprattutto nel trovare la misura giusta per un musical italiano: in effetti lo abbiamo sempre trattato come un film americano, sin dall’inizio, tanto che abbiamo coinvolto ben cinquanta ballerini professionisti. E’ stato uno sforzo notevole, anche dal punto di vista produttivo ma credo che alla fine il risultato sia piuttosto buono”.
“Un’avventura”, storia d’amore con le musiche di Battisti e Mogol
C’è già chi auspica che di “Un’avventura” venga proposta una versione karaoke, come è stato recentemente fatto con “Bohemian Rhapsody”; i produttori sperano, invece, ci possa essere un sequel, in cui inserire altri famosi brani di Lucio Battisti. Il responso è come sempre del pubblico, che potrà vedere il film al cinema da giovedì 14 febbraio.