VelvetMag ha raggiunto telefonicamente Antonella Salvucci, attrice e conduttrice tv. Una carriera ricca la sua, da fotomodella ad attrice. Abbiamo conversato con lei della sua vita professionale, dei progetti futuri e non solo… Ecco cosa ci ha raccontato nella nostra intervista in esclusiva.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Antonella Salvucci, attrice e conduttrice tv. La sua carriera inizia come fotomodella ma poco dopo si avvicina alla recitazione, prendendo parte ad importanti fiction che hanno fatto la storia della tv italiana come Carabinieri, Il maresciallo Rocca, Distretto di Polizia, Uno medico in famiglia 3, Rex e tante altre. Arriva successivamente anche al cinema. Ruolo importantissimo nella sua preparazione e nella sua carriera gli Stati Uniti. Reduce da un viaggio di lavoro a Los Angeles, ora Antonella Salvucci è sul set di Nightmare Symphony. Scopri cosa ci ha detto nella nostra intervista in esclusiva.
La tua carriera inizia come fotomodella, poi sei arrivata in tv, in diverse fiction… Ti aspettavi questo successo, lo cercavi oppure è stato una fortuna?
Ancora deve arrivare tutto! Diciamo che ho iniziato come fotomodella ma volevo da sempre fare l’attrice e fare la fotomodella era una scusa per iniziare poi i primi passi nel mondo dello spettacolo. Il mio primo obiettivo era quello. Le cose sono venute piano piano, passo dopo passo. Con grande fatica, anzi si fatica sempre. Successivamente, sono andata in America. E lì, è stato difficile trovare i permessi per lavorare come attrice.
Un passodopo l’altro. Come dice anche Steve Jobs, la teoria dei puntini, io ho fatto lo stesso. L’insieme dei puntini poi costruisce il tuo percorso.
Sei spesso negli Stati Uniti. E’ un mercato quello americano che ti dà molte soddisfazioni, immagino…
Sì, io andavo lì per studiare anni fa, altro che vacanze, mi chiudevo nei teatri, nelle scuole di recitazione a studiare. Anche questo mi è servito per crescere ma anche come momento di confronto con altri giovani attori che venivano da tutto il mondo. Avevo, poi, la fortuna di conoscere un grande nome del cinema italiano che ha lavorato con Alberto Sordi e in tanti film importanti. Per me lui è stato un angelo, nella città degli angeli come è considerata Los Angeles (città dalla quale è appena tornata dopo un viaggio di lavoro, ndr.). E’ stato la mia prima guida. Studiavamo i copioni insieme, andavamo a fare i provini insieme, mi portava da Dino De Laurentis e da tutti i registi che per me erano i grandi miti del cinema.
Poi mi sono sempre affacciata a quel mercato che è molto grande. Per loro è un’industria e per gli italiani è un mercato molto difficile, per via soprattutto dell’accento. Poi, io non voglio andare a fare la concorrenza agli americani. Più che altro vorrei portare la nostra italianità, la nostra passione negli States.
Quindi il mercato americano dà più possibilità di quello italiano…
Diciamo che tutti stanno girando in Italia, molte produzioni americane, proprio perché ci sono delle leggi che lo consentono. E’ vero però che lì ci sono tantissime offerte. E per chi vuole lavorare e per chi ha passione, lì ci sono tantissime offerte, nuovi sbocchi. Si fanno anche più film, anche di grande livello.
Sicuramente l’Italia ha un altro modo di guardare al cinema, anche la recitazione è differente… Gli Americani sono conosciuti per la loro estrema esagerazione…
E’ vero. Me lo dicevano nelle scuole di recitazione: “Voi europei, voi italiani dovete asciugare. Less is more. Less is better”.
E questo ultimo viaggio a Los Angeles è stato fatto per motivi professionali. Puoi anticiparci qualcosa?
Sono andate per tante cose. In primis per lavoro, poi avendo i permessi mi affaccio sempre su quel mercato. Ci sarà una serie tv da girare. Ma sarà da gennaio in poi, infatti tornerò lì nel periodo degli Oscar, e anche per il Festival italiano che si tiene ogni anno una settimana prima della cerimonia degli Accademy. Si chiama “Los Angeles Italia”. E’ una grande vetrina. Diventa un punto di congiunzione tra la cultura e il cinema italiano e americano.
Inoltre, ho approfittato del viaggio per recarmi al memorial del mio amico Paul Allen, il genio della Microsoft, che è venuto a mancare un mese fa. Lo hanno ricordato in tanti, da Steven Spielberg a Bill Gates. E’ stato un momento di ricordo incredibile, quello che gli americani chiamano “celebrazione alla vita”.
Possiamo dire che una caratteristica è l’estrema sensualità?
E’ vero. Me lo riconoscono in tanti. Mi ricordo che quando ero piccola, mia cugina mi fece una foto a 8 anni e mia madre si spaventò perché vide qualcosa che io non vedevo. Mentre, nella vita sono tutt’altro. Sono di un’estrema semplicità, sono amica di tutti. La recitazione mi ha aiutato in questo.
Non solo attrice ma anche conduttrice, quale ruolo preferisci?
Ma fare la conduttrice è sempre stato un ruolo per me, il mio ruolo preferito e più frequentato. Molti registi mi hanno voluto in questo ruolo. Se penso a Paolo Sorrentino, lui ad esempio non sapeva che avevo avuto esperienza in questo campo e in un provino mi disse: “Prendi questa penna, fa’ finta che sia un microfono e improvvisa”. Con lui poi feci “L’amico di famiglia“. Per me la conduzione è una seconda natura, non c’è copione, sono spontanea. La recitazione è più lenta, mentre nella conduzione c’è l’adrenalina a mille.
Progetti futuri?
Tornata da Los Angeles, mi sono catapultata sul set. Questo film è un remake di Lucio Fulci, un maestro italiano che ha fatto scuola anche negli USA. Il titolo del film è “Nightmare Symphony” e qui ho un doppio ruolo, da protagonista e un altro ruolo da ragazza assassinata. Diciamo che nella mia carriera ho fatto tanti thriller. Da ragazzina mi piacevano molto, adoravo e adoro Dario Argento. Questi film mi hanno ispirato.
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