Sulla mia pelle, al cinema solo da qualche giorno, ha provocato una marea di polemiche. Proprio a causa di questa baraonda mediatica, il produttore e distributore della pellicola, firmata Netflix, Andrea Occhipinti ha deciso di dimettersi dal suo ruolo, scrivendo una lettera in cui spiega le ragioni del suo gesto: “Ho deciso di dimettermi perché la nostra scelta di distribuire Sulla mia pelle di Alessio Cremonini in contemporanea nelle sale e su Netflix ha creato molte tensioni tra gli esercenti che lo hanno programmato (pochi) e quelli che hanno scelto di non farlo (molti). II successo del film ha aumentato queste tensioni. Nonostante esistessero dei precedenti in Italia e ci sia un acceso dibattito a livello internazionale, non voglio che una scelta puramente aziendale venga considerata come una posizione della sezione distributori dell’Anica, visto il mio ruolo. Per non creare ombre o imbarazzo ai miei colleghi, ritengo quindi opportuno lasciare la carica di Presidente”.
Presidente dell’Anica, nella sezione Distributori, Occhipinti non è riuscito a sostenere le varie polemiche che hanno accompagnato l’uscita nelle sale del film su Stefano Cucchi, magistralmente interpretato da Alessandro Borghi. In particolare l’attacco forse più duro è stato quello rivolto dalla Polizia di Stato che ha contestato anche la cifra spesa per produrre il film, e poi anche la rimozione degli eventi per la presentazione del film nelle sale italiane e non solo. Molti centri sociali inoltre avevano deciso di proiettare sin da subito il film del regista Alessio Cremonini, in pubblico, gratuitamente e senza pagare i diritti d’autore. Solo a due giorni dall’uscita erano stati organizzati diversi eventi a cui hanno partecipato migliaia di persone, tra cui quello in Piazza Oberdan a Milano e nel pratone dell’Università La Sapienza di Roma. Mentre Ilaria Cucchi si è vista d’accordo con i centri sociali, il regista Cremonini no, ha condiviso infatti un post di Gianmaria Tammaro dove si legge: “Spesso i centri sociali e chi è impegnato politicamente si lamentano del fatto che nei media mainstream vengano raccontate poche storie di interesse comune e “socialmente” importanti. Lucky Red e Netflix hanno scelto di credere in un film come Sulla mia pelle. Vederlo in piazza, gratis, non aiuta. I risultati non sono post su Facebook, condivisioni o stories su Instagram. Sono biglietti staccati, incassi e abbonamenti”. L’obiettivo del regista e dell’intera famiglia Cucchi era ed è tuttora solo quello di portare alla memoria le vicenda di Stefano e per cercare la verità sulla sua morte, che ancora oggi produce diversi dubbi.