Sulla mia pelle è al cinema da pochi giorni e già ha fatto il pienone in sala. Alessandro Borghi, l’attore romano interpreta Stefano Cucchi, sta facendo il giro delle sale italiane per presentare il film e sensibilizzare al tema. Borghi ha riscosso molto successo, lo stesso successo che sta avendo anche la pellicola, apprezzata da tutti e che ha commosso l’Italia intera. “Il regalo più grande che mi ha fatto la famiglia è quello di permettermi di fare il film. Oltre a questo tecnicamente non mi hanno dato dei grandi aiuti, anche perché non ce ne era bisogno: se fossi stato in contatto con loro, la mia rabbia sarebbe aumentata invece che essere messa da parte. Questo film, non santifica nessuno. Il messaggio che deve arrivare è che nonostante tu possa essere il peggiore non meriti di essere ammazzato. Sullo schermo c’è anche l’indifferenza, l’incuria, l’incapacità di assolvere ai propri dovere. Molti credono di sapere molto sul caso Cucchi, vi accorgerete di non sapere niente”. La pellicola diretta da Alessio Cremonini e incentrata sugli atti giudiziari del caso “aiuta a scandire tutti gli eventi che ci sono stati in questi sei giorni di prigionia di Stefano, quelli che poi lo hanno portato alla morte. Si entra al cinema con l’idea che non è cascato dalle scale e si esce con lo stesso pensiero, ma molto più incazzati o molto più tristi perché vengono mostrate tutte le debolezze dell’essere umano, quanto possa essere indifferente e insensibile davanti al dolore”.
Le polemiche della Polizia sul film:
Nonostante il film si stato applaudito anche al Festival del Cinema di Venezia, la Polizia di Stato ha avuto da ridire sulla realizzazione della pellicola. La protesta contro il film e il suo racconto è stato portata avanti da Gianni Tonelli, parlamentare della Lega ed ex segretario del Sindacarto Autonomo di Polizia (Sap), il quale ha lasciato al quotidiano Il Tempo l’arduo compito di spiegare le ragioni di questo atteggiamento: “Mi chiedo: si può mandare in mezzo mondo un film che dà allo spettatore un’idea non suffragata da sentenze? Ed è vero che lo Stato ha finanziato il film con 600mila euro? È questa la cultura italiana da esibire in una mostra internazionale? Io non mi farò intimidire, e da parlamentare andrò in fondo a questa storia”. Il duro sfogo ha interessato anche il corpo dei Carabinieri che hanno sollevato dubbi sul fatto che lo Stato abbia finanziato con 600 mila euro la produzione del film. Notizia certa, visto che è stato confermata dallo stesso produttore tempo fa.